Laura Valdesi
Cronaca

Violenze, in 30 hanno fatto denuncia. Le storie emergono dalla “casa tutta per te”

Il comando provinciale dell’Arma fa il bilancio dei casi affrontati l’ultimo anno nella ’Stanza tutta per te’

Siena, 25 novembre 2024 – Quanto dolore, in quella stanza. Luci soffuse, clima familiare. Soft. Quella pareti hanno ascoltato violenze, anche solo psicologiche. Mani addosso. Umiliazioni sopportate perché non c’è un posto dove rifugiarsi, magari con i figli. Lontano da un compagno aggressivo. A raccontare cosa accade nella ’Stanza tutta per te’, l’aula per le audizioni realizzata al comando provinciale dei carabinieri di Siena grazie al Club locale del Soroptimist, è stata un vice brigadiere che si occupa, insieme ad altri colleghi, di chi bussa alla porta dell’Arma. Anche familiari di donne vittime di violenza che chiedono consigli hanno scelto la stanza protetta. Segnalando a volte il male subito che la vittima non riesce a tirare ’fuori’ autonomamente.

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Ma quanti sono stati i casi quest’anno? “Da recenti ricerche in Italia e nel mondo, una donna su tre subisce violenza, ma unicamente il 10% fa denuncia. Violenze che maturano soprattutto in ambito familiare, da parte del marito, del convivente, dell’ex partner. Nel territorio senese sono state denunciate proprio in questo ambiente protetto soprattutto violenze fisiche nell’ambito domestico, circa 30 da inizio anno. La donna in genere viene colpita principalmente a mani nude oppure con oggetti, a seguito di litigi scaturiti per motivi futili. Da ciò nasce anche una violenza psicologica che si estrinseca attraverso minacce, ingiurie, denigrazioni. Umiliazioni tali da portare la persona a vivere in una condizione di ansia e paura quotidiana che alla fine la spingono a sottomettersi. Proprio tale tipo di violenza è difficile da carpire e far emergere in quanto la persona si isola. Chiude qualsiasi rapporto con la società e inizia, alla fine, ad allontanarsi anche dai propri cari. In tale modo l’autore delle violenze riesce ad aumentare il suo controllo e ’potere’ nei confronti della vittima”, spiegano al comando di viale Bracci. Illustrando le contromosse: “Per tali motivi, nel momento in cui veniamo a conoscenza di un possibile sopruso, l’obiettivo dei carabinieri è quello di instaurare con la donna coinvolta, un po’ alla volta, un rapporto di fiducia. Da qui nasce il bisogno di accoglierla in una stanza dedicata. Meno traumatica che la fa sentire più protetta e più serena.

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Il comando provinciale dell’Arma si è colorato di arancione, tinta scelta dal Sorportimist come simbolo di un futuro più libero e che possa consentire alle donne maggiori possibilità di essere loro stesse

Così è nata la ’Stanza tutta per te’, presente anche in altre caserme della provincia: presso la Compagnia carabinieri di Poggibonsi e l’ultima, inaugurata proprio il 23 novembre scorso, presso la stazione di Chianciano Terme”. Di più: “Si tratta di un valido strumento anche quando siamo in presenza di una violenza sessuale in quanto la vittima di tali reati per timore di essere giudicata o addirittura additata quale artefice del reato stesso tende a chiudersi. A non raccontare nulla e addirittura a non denunciare. Ricordo un caso trattato da me poco tempo fa – prosegue la vice brigadiere – in cui l’ospedale locale aveva avvisato la mia stazione di una violenza sessuale subita da una donna. Contattata, dopo un’iniziale reticenza, decidevo di accoglierla in questa stanza. E trovandosi forse ad interloquire con un carabiniere dello stesso sesso, instaurando un rapporto di fiducia, non sentendosi giudicata ma rassicurata, si è aperta. Riferendo ogni particolare. Per questo, anche grazie alla collaborazione costante con l’autorità giudiziaria e alla nuova procedura del Codice rosso noi operatori abbiamo strumenti validi per tutelare le vittime, collocandole in una struttura protetta oppure chiedendo nei confronti dell’autore il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna. E nei casi più particolari anche l’attivazione del braccialetto elettronico che monitora ogni spostamento”. L’identikit: donne giovani ma anche più anziane. A volte queste ultime trovano il coraggio di aprirsi solo adesso, dopo tanti anni, perché sono stati messi in campo nuovi strumenti con il ’Codice Rosso’. Le più giovani, grazie a internet e ai social, sono invece più consapevoli. E più rapide nella segnalazione. C’è stato anche il caso di uomo che ha raccontato la sua odissea nella stanza protetta.