di Pino Di Blasio
Emanuele Montomoli, fondatore e patron di Vismederi, nonché docente all’Università, stavolta stupisce per aplomb istituzionale e per la pacatezza di analisi. "Penso che il giudizio di Massimiliano Boggetti su Toscana Life Sciences che avrebbe perso di vista la sua missione sia troppo severo - dice Montomoli -. Non so se la sua critica derivi dal fatto che si aspettasse qualcosa di diverso da Tls".
Qual è il rapporto tra Vismederi e Tls?
"Noi abbiamo avuto tutto quello che abbiamo chiesto, nella fase di startup, che è durata dal 2009 al 2014. Tls è stato un incubatore perfetto all’inizio dell’avventura, ovviamente pagando i servizi offerti. Dal 2014 in poi siamo diventati un’azienda matura e abbiamo dovuto trovare dei compromessi. Ci hanno garantito spazi per 35-40 persone, Vismederi è stata costretta a far lavorare in quegli spazi fino a 180 persone. Non è una colpa di Toscana Life Sciences, non è strutturata per aziende più grandi".
E’ un limite, più che una colpa.
"Un bioincubatore non può prosperare con gli affitti di laboratori e impianti alle start up. Bisogna che si organizzi per supportare aziende strutturate. Purtroppo Tls non ha attuato questa strategia, non ha spazi sufficienti. Un limite che ha spinto Vismederi a cercare altrove le strutture che servono".
Anche lei pensa di uscire da Tls?
"In tutta Europa i poli biotecnologici crescono con le grandi aziende più che con le startup. Vismederi è diventata un’azienda con quasi 200 dipendenti, dentro Tls non ci sono spazi. Ci siamo organizzati autonomamente, ho comprato la sede dell’ex Alsaba a Colle e trasferirò gran parte dei servizi lì. Non è una scelta conveniente, tra acquisto e ristrutturazione della sede spenderò 10 milioni di euro. Avrei preferito pagare affitti per mezzo milione all’anno a Tls, ma non c’erano altre opzioni. Avremmo perso clienti".
Vismederi resterà in Tls?
"Certo. Circa 50 dipendenti, tra biohazard e ricerca, rimarranno nei laboratori. Un centinaio si sposteranno a Colle per i servizi alla produzione, gli altri 40 saranno nella sede di San Martino. Se fossi stato direttore di Tls avrei investito da tempo in immobili per laboratori e impianti. E io sarei stato felice di pagare l’affitto. Ora lo pagherò a Vismederi holding, non voglio appesantire i conti di Vismederi srl".
C’è un punto di contatto con Boggetti. Anche lei invita Tls a ripensare la strategia.
"Se fossi il direttore lo farei, visto che non avere spazi per incubare grandi aziende rischia di far perdere occasioni ancor più grandi. Se a Siena venissero Abbott, Sanofi o Moderna e chiedesse spazi, sei costretto a dire no. Lasciamo perdere a chi sono dati gli spazi, quelle sono scelte aziendali".
Il biotecnopolo ha avuto peso in questo limite strategico?
"Non lo so, dipende da quanto Tls guadagnerà dal Biotecnopolo. Oggi c’è una sorta di corto circuito, il Biotecnopolo è dentro Tls, non ha una sede indipendente. E l’hub antipandemico è dentro il Biotecnopolo, che è dentro Tls. Se qualcuno vuole mettersi di traverso prima o poi punterà l’indice contro questa commistione, che va risolta".
Parteciperebbe a un dibattito con tutti gli attori sulle strategie del Biotecnopolo?
"Insieme a Boggetti di Diesse e altre aziende, ho sostenuto l’idea di una mappa delle aziende che potrebbero essere utili al Biotecnopolo. Devo essere onesto, Vismederi è stata spesso coinvolta nel dibattito sulle strategie. Spero che questo confronto si allarghi a Diesse, a Philogen e agli altri".
Quando aprirà Vismederi a Colle?
"Entro fine ottobre penso che taglieremo il nastro alla sede".