Vitap a Poggibonsi: va avanti lo stato di agitazione dei 42 lavoratori dell’azienda con sede in via Pisana. Anche ieri, per un’ora, dalle 8,30 alle 9,30, i dipendenti dell’azienda produttrice di macchinari per il lagno hanno incrociato la braccia e dato vita a un presidio davanti all’ingresso dello stabilimento, come era avvenuto già nella mattinata del 9 gennaio. Le organizzazioni sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl, con i loro rappresentanti, hanno deciso di dare mandato ai legali di valutare se esiste la possibilità di impugnare il provvedimento, preso dall’azienda stessa poco meno di un mese fa, di disdettare la quattordicesima mensilità e tutti gli integrativi aziendali. In previsione del nuovo incontro fra le parti – in agenda per il 24 gennaio - la protesta continua come testimoniano anche le bandiere delle sigle sindacali esposte all’esterno del polo produttivo Vitap. "Siamo davanti alla negazione di un diritto e non intendiamo arretrare nella nostra lotta – afferma Daniela Miniero, segretaria generale di Fiom Cgil Siena – anzi, non escludiamo ulteriori iniziative, compreso lo sciopero a singhiozzo. In un contesto di crisi, determinato da scelte imprenditoriali, non devono essere i lavoratori a pagare il conto. Sembra invece prevalere una mentalità per la quale, in presenza di difficoltà, un’impresa arriva a togliere alle sue maestranze ciò che nel tempo si sono guadagnate con il lavoro e con l’impegno quotidiano. E questa è una ‘furbata’ per noi inaccettabile. Andremo all’appuntamento fissato con l’azienda per venerdì 24, auspicando che Vitap riveda le sue posizioni. In questo modo il rischio è anche la creazione di un dumping salariale". Per Fim Cisl è intervenuto ai cancelli di Vitap l’operatore sindacale Daniele Oliva: "Non è pensabile che i lavoratori debbano sempre pagare il conto dopo anni di sacrifici e di conquiste. Aspettiamo che l’azienda ritiri la disdetta: è la nostra richiesta. Siamo disponibili a trovare, riunendoci insieme con Vitap a un tavolo, delle soluzioni alternative in previsione dell’incontro del 24". Cresce intanto la preoccupazione fra i lavoratori: dell’azienda presente sul territorio già da fine anni Cinquanta "Da parte nostra non è mai mancata la disponibilità nei confronti dell’azienda – concludono – e adesso ci troviamo in questa difficile situazione da affrontare".
Paolo Bartalini