PINO DI BLASIO
Cronaca

Whirlpool-Arçelik, il sì britannico. Dal 2 aprile nasce Beko Europe

Arrivato il verdetto dell’Antitrust di Londra, la joint venture è autorizzata. Per venti giorni aziende separate

Whirlpool-Arçelik, il sì britannico. Dal 2 aprile nasce Beko Europe

Whirlpool-Arçelik, il sì britannico. Dal 2 aprile nasce Beko Europe

Dopo il via libera provvisorio di febbraio, da Londra arriva il disco verde definitivo, da parte dell’Autorità per la libera concorrenza e i mercati del Regno Unito, sull’accordo tra Whirlpool e Arçelik per gli stabilimento dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) della multinazionale americana. Come è stato ampiamente raccontato, l’intesa porterà alla nascita di una newco, una nuova società che si chiamerà Beko Europe, della quale il gruppo turco Arçelik avrà il 75% del capitale, e Whirlpool il restante 25%.

Il patto di joint-venture prevede che la multinazionale americana trasferirà tutto il business europeo dei grandi elettrodomestici con i 10 stabilimenti (5 dei quali in Italia) e tutta la forza lavoro. Arçelik conferirà due stabilimenti produttivi romeni, che sarebbero quelli che producono turbamenti a Siena. Per tornare al disco verde dell’Antitrust britannico, l’Agenzia ha confermatoche l’accordo tra Arçelik e Whirlpool non porterà problemi significativi sotto il profilo della concorrenza. Il 24 ottobre 2023 era arrivato il via libera da parte della Commissione Europea e dell’Antitrust di Bruxelles. Il primo aprile si concluderanno tutti gli iter legali per rendere effettivamente operativa la nuova società a partire dal 2 aprile. Fino ad allora, le multinazionali americana e turca continueranno ad operare separatamente.

"Abbiamo riscontrato che non si prevede che l’accordo danneggi la concorrenza, poiché gli acquirenti continueranno a beneficiare di un’ampia gamma di opzioni. Pertanto, riteniamo che questo accordo debba essere autorizzato a procedere". Sono le parole di Martin Coleman, presidente della commissione indipendente che ha condotto l’indagine. Che già a febbraio aveva prospettato l’esistenza di altri marchi concorrenti sugli elettrodomestici, capaci di offrire ai consumatori britannici un ampio ventaglio di scelte.

Le regioni più interessate all’accordo sono tre: le Marche, dove sono presenti due stabilimenti più una sede impiegatizia a Fabriano e nello stabilimento di Comunanza (Ascoli Piceno) con circa 1.500 lavoratori coinvolti. Poi c’è la Lombardia, nel grande stabilimento di Cassinetta di Biandronno in provincia di Varese e infine a Siena, per un totale di 4.500 dipendenti in Italia.

Dalla Whirlpool non arrivano commenti ufficiali, anche se è stata inviata una comunicazione interna, con la quale si evidenzia che tutta l’operazione rappresenta "una pietra miliare fondamentale" e "che la combinazione delle due attività porterà vantaggi significativi a clienti e consumatori, attraverso marchi attraenti, produzione sostenibile, innovazione di prodotto e servizi ai consumatori".

A Siena reagiscono i rappresentanti sindacali, che guardano al futuro. Daniela Miniero, Fiom Cgil, commenta": "Apprendiamo positivamente del parere dell’Antitrust inglese, uscito con 20 giorni di anticipo. Ma questa accelerazione, non tanto della fusione che richiede tempi tecnici, ci fa ben sperare per l’incontro con il gruppo sul nuovo piano industriale e con il Governo rispetto alla vertenza Whirlpool per conoscere eventuali strategie alternative da mettere in campo. La priorità è salvaguardare il sito senese e i livelli occupazionali. Si parla infatti di 300 lavoratori: faremo di tutti affinché siano traghettati tutto nella newco".

Giuseppe Cesarano, Fim Cisl, va dritto al punto: "Attendiamo di conoscere il piano industriale dei turchi. Solo da lì si potranno conoscere le prospettive future del sito di Siena. Resta fondamentale anche l’incontro con il Governo, che dovrà avere un ruolo di garante". Per Massimo Martini, Uilm, "il via libera alla newco determina il fatto che Whirlpool chiuderà la propria attività entro il primo aprile. Come Uilm siamo pronti ad andare al ministero per capire il piano industriale della nuova proprietà, perché questo significa il futuro dello stabilimento di Siena. Ormai i giochi sono fatti. Ora ci sono le condizioni per aprire una discussione sul piano industriale. Siena ha bisogno di continuare a lavorare e crescere con investimenti reali".