LAURA VALDESI
Cronaca

La morte di Yuleisi ricostruita in 3D. Donna uccisa, è caccia a impronte e sangue

Iniziata ieri poco dopo le 13 l’analisi della scena del crimine da parte dei super esperti della polizia scientifica

Siena, 21 agosto 2024 – Tute bianche e guanti. Fotografano la porta d’ingresso dell’appartamento di via del Villino dove Yuleisi Ana Manyoma Casanova è morta, freddata da un colpo di fucile esploso dal compagno. Lui sostiene che sia partito accidentalmente, la procura non crede a Fernando Porras Baloy e scava seguendo la pista dell’omicidio doloso. Volontario. Ecco perché alle 13.15 in via del Villino è tornata ieri, insieme alla squadra mobile che conduce l’inchiesta coordinata dal pm Niccolò Ludovici, la polizia scientifica. Quella della questura di Siena, i colleghi di Firenze che hanno analizzato la scena del crimine il 10 agosto più i super esperti da Roma che hanno già collaborato a risolvere il caso del delitto di Largo Sassetta. Punta di diamante della polizia in questo settore. Una squadra dunque altamente specializzata che arriva con tute, borse, guanti, apparecchiature come il laser scanner. Alla presenza dei legali della famiglia della 33enne uccisa e dei legali dell’imputato sono stati tolti i sigilli al portone per dare il via alle operazioni. Iniziate poco prima delle 14 e proseguite fino a tardi.

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Il pm Ludovici resta a lungo in via del Villino, non vuole lasciare ombre in questa vicenda molto diversa dal delitto di Largo Sassetta ma come questo complessa. E ancora tutta da chiarire. Perciò serve la tecnologia. Indispensabile per capire se c’è stato un omicidio e dunque Porras Baloy mente. Oppure si è trattato di un incidente. Il colpo è esploso accidentalmente, sostiene, mentre maneggiava il fucile calibro 16 detenuto illegalmente. Motivo per cui si trova tuttora in carcere.

La scientifica al lavoro (Foto Paolo Lazzeroni)
La scientifica al lavoro (Foto Paolo Lazzeroni)

La scientifica si mette a lavoro. Finestre chiuse, serrande abbassate al primo piano della palazzina al civico 14. Anche una vetrata sopra il portone d’ingresso che consente di scorgere i poliziotti in tuta bianca viene oscurato da cartoni. Tutto si svolge nel massimo riserbo. Si vuole cristallizzare la scena del crimine a 360 gradi. Non solo la camera da letto dove la donna è stata freddata da un colpo che l’ha raggiunta in mezzo agli occhi, alla radice del naso, senza lasciarle scampo. Anche il resto delle stanze. Per questo è stato utilizzato il laser scanner che ricostruisce in 3d i luoghi. Non c’erano testimoni nella camera quando Yuleisi è morta, però altre quattro persone fra cui la figlia di 9 anni, si trovavano nell’abitazione. Vanno ricostruite le mosse di tutti alla luce delle testimonianze e dei rilievi per vedere se i conti tornano. Telelaser in azione dunque in una stanza anche per due-tre ore in quanto i punti di ripresa sono diversi, non uno soltanto. E oggi si replica, a partire dalle 10. Il pool di esperti andrà a caccia di tracce di sangue, tantissime nella camera. Di impronte digitali e di ogni altro elemento utile all’inchiesta. Verranno utilizzate le luci forensi particolarmente performanti quanto ad intensità della luce, purezza dei led e sistemi di acquisizione, utilizzati in Italia solo dal centro della polizia a Roma che studia la scena del crimine.

«Abbiamo chiesto di poter vedere anche noi le stanze per renderci conto della situazione per cui potremo entrare al termine dei rilievi che verranno svolti, naturalmente con tute e protezioni per non inquinare la scena", svelano gli avvocati Michele Bellandi e Vincenzo Di Benedetto che assistono la famiglia della donna uccisa. "Qualora siano trovate tracce – proseguono – per cui servono accertamenti irripetibili nomineremo nostri consulenti. L’ipotesi di eventuali maltrattamenti? Valuteremo se fare un accesso agli atti ostensibili ma c’è necessità di preservare il segreto istruttorio", dicono.

L’avvocato Sara Castellani è stata nominata dal gip curatrice speciale all’interno del processo penale della figlia di Yuleisi, 9 anni, rimasta orfana. "Come sta? Mi hanno detto che la tengono schermata da tutto, cercherò di entrare in contatto con lei attraverso figure mediate", spiega. Sul posto ieri anche il perito balistico dell’imputato, Paride Minervini, con l’avvocato Alessandro Betti che difende il 26enne. Ma questo aspetto cruciale sarà valutato successivamente. "Con il collega Leandro Parodi l’abbiamo incontrato per avere un quadro puntuale, conferma il suo racconto dei fatti. Anche per lui è stato uno choc importante, viene seguito in carcere dagli operatori. Vediamo se nel prosieguo – conclude – può emergere qualcosa nel suo ricordo di più preciso o puntuale. Oppure di diverso"