I Bronzi di Sancasciano dei Bagni “vanno a trovare” quelli di Riace

Esposizione al Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria fino al 12 gennaio 2025

Riace (Reggio Calabria), 5 agosto 2024 – Trasferta calabrese per i Bronzi di San Casciano dei Bagni (Siena) che fanno visita ai Bronzi di Riace (Reggio Calabria). Dopo le mostre al palazzo del Quirinale a Roma e al Museo archeologico nazionale di Napoli, approdano al Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria - casa delle statue ritrovate a Riace - i Bronzi di San Casciano dei Bagni, ritrovati due anni fa nel bagno grande del santuario termale etrusco e romano del piccolo centro in provincia di Siena. I bronzi di San Casciano rimarranno a Reggio fino al 12 gennaio 2025.

«Ritrovamenti diversi, scaturiti in contesti diversi, che rappresentano una opportunità unica sia per i reggini, sia per i tanti turisti che in queste settimane stanno invadendo la città» ha commentato il vice sindaco di Reggio Calabria Paolo Brunetti che, incontrando la prima cittadina di San Casciano dei Bagni, Agnese Carletti, ha proposto un gemellaggio tra i due Comuni. «Reggio è stata un po’ una scelta obbligata da subito - ha dichiarato Massimo Osanna, direttore generale dei Musei -. La scoperta di San Casciano è stata subito associata a quella dei Bronzi, non dal punto di vista qualitativo, ovviamente, ma come scoperta di bronzi importanti. È bello vederli qui, anche per capire come cambia il mondo fra due capolavori del quinto secolo e che dovevano trovarsi in un grande santuario greco e queste statue oggetto della devozione privata di una élite».

«Per noi, oggi, aver avuto l'opportunità di portare i Bronzi di San Casciano dei Bagni qui, è una grande emozione - ha commentato Agnese Carletti, sindaca di San Casciano dei Bagni -. Si tratta di un parallelismo che tutti abbiamo fatto. Sappiamo che è un parallelismo fatto con l'anima. Ci sono delle differenze infinite. Farli incontrare significa un pò raccontare all'Italia, il patrimonio incredibile che abbiamo». La mostra è stata promossa dal ministero della Cultura e realizzata dalla Direzione generale dei Musei del Mic, guidata da Massimo Osanna, con il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. «È l'acqua l'elemento comune tra i due ritrovamenti, dei Bronzi di Riace e dei Bronzi di San Casciano - ha ricordato Jacopo Tabolli, dell'Università per Stranieri di Siena e responsabile scientifico degli scavi -. Nel nostro caso è un'acqua calda a quarantuno gradi nella quale per ottocento anni, prima gli etruschi e poi i romani hanno compiuto le loro azioni rituali e votive all'interno di una vasca sacra».