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Beko di Siena, l’intesa: la acquistano Invitalia e il Comune, subito reindustrializzazione

La vertenza sull’azienda ha creato non poche incertezze. Ma ora torna il sereno. Evitati i licenziamenti. La soddisfazione dei sindacati. Più di trecento milioni di investimenti. L’accordo sarà sottoposto agli operai in assemblea l’11 aprile

Lavoratrici Beko a Siena durante la vertenza per salvare la fabbrica

Lavoratrici Beko a Siena durante la vertenza per salvare la fabbrica

Siena, 9 aprile 2025 – Lo stabilimento Beko di Siena sarà acquistato da Invitalia con il Comune e sarà avviato subito il processo di reindustrializzazione. Lo riferiscono fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove stanotte è stato raggiunto l'accordo tra azienda, sindacati e ministero. Tutti i lavoratori - viene inoltre precisato - saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali.

L'intesa Beko, raggiunta nella notte al Mimit, prevede più di trecento milioni di investimenti e il mantenimento in attività di tutti gli stabilimenti e nessun licenziamento collettivo.

"Siamo soddisfatti, lo posso dire con certezza, perché abbiamo condiviso un testo preliminare di accordo che sarà sottoposto all'assemblea dei lavoratori venerdì 11 aprile". Lo ha detto il segretario della Fim Cisl di Siena Giuseppe Cesarano in merito all'intesa.

"All'inizio si parlava di chiusura al 31 dicembre 2025, oggi si parla di chiusura definitiva al 31 dicembre 2027 con un 'risarcimento danni' da 90mila euro se un lavoratore" prende la buona uscita, "entro dicembre di quest'anno, più l'integrazione sulla cassa, altri 15mila euro", ha aggiunto Cesarano.

"Credo sia stato fatto un grande lavoro prima di tutto grazie al sostegno di tutti i dipendenti; un grande risultato perché siamo riusciti a garantire ai lavoratori un'uscita economica importante da 90mila euro per chi lo vorrà oltre ad un 'una tantum' da 15mila euro per chi sceglierà la cassa integrazione fino a tutto il 2027" ha ribadito Massimo Martini della Uilm Uil di Siena che ha poi aggiunto: "Abbiamo garanzie certe per le quali il Governo, Invitalia e il Comune di Siena si stanno impegnando in modo forte per arrivare ad un'acquisizione dello stabilimento nel più breve tempo possibile; l'altro passo sarà la reindustrializzazione".

"E' stata una trattativa sofferta ma siamo soddisfatti perché Siena è cascata in piedi, oggi possiamo dire che le garanzie chieste alla multinazionale almeno in parte sono state raggiunte", ha sottolineato Daniela Miniero segretaria della Fiom Cgil di Siena.

"Gli ammortizzatori sociali saranno conservativi e non per cessazione e questo sottintende la continuità lavorativa ai dipendenti Beko e un futuro industriale alla città di Siena", ha aggiunto Miniero che ha poi evidenziato: "Abbiamo fatto scrivere nell'accordo che, qualora a settembre 2027 non sia stato individuato il futuro reindustrializzatore, noi torneremo al tavolo per discutere come dare una soluzione ai 299 lavoratori o quelli che rimarranno".

"Non finisce qui, il presidio andrà avanti, la vertenza terminerà solo quando al posto della scritta Beko ci sarà un'altra insegna che sia sinonimo di lavoro stabile e di qualità".

E il presidente Giani dice: "L’accordo è qualcosa di cui abbiamo parlato e per cui abbiamo agito tanto. Anche la Regione Toscana nei confronti di Invitalia ha insistito, del resto con Invitalia collaboriamo comunemente per tutte le procedure dell'aggiudicazione degli appalti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come Regione Toscana abbiamo fatto la scelta che Invitalia li elaborasse, quindi è anche una conseguenza naturale che Invitalia, dopo quello che noi abbiamo dato, restituisca alla Toscana rendendosi disponibile per l'acquisto dello stabilimento della Beko che è il primo passo".