Siena, 3 settembre 2024 – “Settembre sarà un mese decisivo”. Parola dei sindacati di Beko Europe, multinazionale turca che ha perfezionato la fusione con Whirlpool lo scorso 2 aprile, rilevandone i cinque siti produttivi presenti in Italia. Quello con maggiori criticità risulta lo stabilimento di Siena, che impiega 299 lavoratori, tutti in cassa integrazione da diversi mesi. I numeri della produzione sono infatti preoccupanti: la fabbrica senese chiuderà l’anno con 267mila pezzi prodotti (tutti congelatori), ovvero con il minimo storico. E le prospettive non sono migliori: 60mila pezzi sono destinati al mercato americano, ma il contratto di fornitura è in scadenza a fine anno e non ci sono certezze sul rinnovo. Non va meglio alla linea ’small’: altri 60mila pezzi, destinati al mercato europeo, sono in bilico a causa della forte concorrenza a livello comunitario. Un po’ di ossigeno arriva allo stabilimento di viale Toselli dalla linea ’big’, che con i suoi 140mila pezzi rappresenta una base solida, ma considerata insufficiente dalla multinazionale turca per sostenere i costi di gestione.
I lavoratori sono dunque con il fiato sospeso, in attesa di conoscere il nuovo piano industriale dal quale dipende il futuro del sito produttivo e dei livelli occupazionali di Beko Europe a Siena. A poco è servito l’incontro dello scorso 25 giugno al ministero delle Imprese e del Made in Italy, richiesto per mesi dai sindacati: la multinazionale turca non ha fornito alcun chiarimento in merito a future strategie e a eventuali investimenti sul polo senese, inoltre ha rifiutato categoricamente l’offerta dei sindacati di partecipare alla stesura del piano industriale con alcune proposte. Solo l’intervento moderatore del sottosegretario Fausta Bergamotto ha consentito di aggiornarsi al mese di settembre, senza tuttavia che venisse calendarizzata una data precisa per il nuovo tavolo ministeriale. Di qui il pressing dei sindacati. “La nostra proposta di collaborare alle stesura del piano industriale è stata rispedita al mittente – spiega Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil di Siena – speriamo che nel prossimo incontro a Roma l’azienda anticipi le sue intenzioni sui siti italiani, e su quello di Siena in particolare. Ma non mi aspetto più di tanto visto l’approccio unilaterale di Beko. In ogni caso siamo pronti a mettere in moto varie iniziative e forme di mobilitazione”. Il segretario della Fim Cisl di Siena, Giuseppe Cesarano, si aspetta una convocazione del tavolo ministeriale “dopo il 20 settembre”: “Stavolta dovranno dirci come vogliono riorganizzare gli stabilimenti. La cassa integrazione straordinaria ormai è diventato uno stumento ordinario. Sarà un autunno caldo... ”.
Concorde Massimo Martini, segretario della Uilm di Siena: “C’è estrema preoccupazione, perché il tempo corre. Entro settembre è necessario capire le prospettive per lo stabilimento di viale Toselli oltre al quadro generale del settore dell’Elettrodomestico. I numeri della produzione non sono dalla nostra parte, ma serve un piano industriale sostenibile per tutelare il sito produttivo e i posti di lavoro a Siena”.