Siena, 7 agosto 2024 – Dopo una ’banca commerciale semplice e chiara’, le politiche drastiche di risanamento, l’avvio del Rinascimento, Luigi Lovaglio usa la metafora del viaggio per battezzare la nuova stagione del Monte dei Paschi. "Tre anni fa, quando presentammo il piano per la prima volta, si parlava di quello che avevamo ereditato dal passato. Poi abbiamo raggiunto quello che ho definito il Rinascimento, la rinascita. Oggi siamo una banca chiara e semplice che ruota attorno ai propri clienti e che è in grado di mettere insieme la tecnologia con il tocco umano. Il che significa che siamo pronti per il futuro".
E’ il claim che tiene insieme una semestrale con tutti i numeri positivi e l’aggiornamento dei target di piano industriale sempre più ambiziosi. Luigi Lovaglio veste i panni del banchiere puro, riporta il cliente al centro di tutto, dalla clientela assorbe l’energia come propellente per far decollare il nuovo Monte dei Paschi. Partendo da un utile nei primi sei mesi di 1 miliardo e 159 milioni, frutto anche di benefici fiscali per 453 milioni, il ceo di Rocca Salimbeni mette in fila una lunga serie di voci che fotografano il nuovo modello di fare banca che ha in testa Lovaglio.
L’ad promette un balzo degli utili, da 1,3 miliardi di fine 2024 fino a 1,66 miliardi nel 2028. Il 75% andrà agli azionisti, quindi a fine piano ci saranno oltre 4 miliardi di euro distribuiti in dividendi. 950 milioni già a maggio 2025, 250 milioni per lo Stato, se conserverà il suo 26,7% del capitale del Monte. Tutto questo senza intaccare capitali e patrimonio. Banca Mps si conferma tra le più solide in Europa, con un Cet1 sopra il 18%, oltre 2 miliardi di euro di capitale in eccesso per mettere a segno qualsiasi operazione si prospetti all’orizzonte. E ci sono ancora 2,4 miliardi di euro di attività fiscali differite, di sconti sulle tasse per le ingenti perdite del passato, che dispiegheranno i loro effetti benefici a fine piano.
Luigi Lovaglio parla per oltre un’ora, spiega ad analisti e giornalisti la sua filosofia di banchiere. Ripete infinite volte che la forza del Monte sta nel talento dei suoi dipendenti (un assist ai sindacati dopo la loro nota dei giorni scorsi), nella sua essenza di banca commerciale vicina a famiglie e imprese. E spiega puntigliosamente cosa vuole fare per creare ancora più valore, per dare vita a "una piattaforma ibrida che ruoti attorno alla clientela, che fa leva sull’innovazione tecnologica e sul talento dei dipendenti".
Nel piano ci saranno 500 milioni di euro investiti in tecnologia, 190 milioni dedicati all’Intelligenza artificiale posta al servizio del business commerciale. Sono previste 800 assunzioni di giovani professionisti, oltre alla riqualificazione professionale per 1.800 dipendenti. Nascerà una nuova centrale operativa che dovrà monitorare progetti e strategie del Monte dei Paschi del futuro. Spazio agli investimenti green e agli impieghi per accompagnare le imprese nelle transizioni ecologiche e digitali. Anche l’agroalimentare resterà uno dei comparti chiave nel viaggio del nuovo Monte.
Se aggiungete i ricavi stimati in 3,8 miliardi nel 2026 e 4,1 miliardi nel 2028, una crescita sensibile delle commissioni, un rapporto costi/proventi che nel primo semestre è sceso al 46% (3 punti in meno rispetto all’anno scorso), una raccolta totale che cresce di 6 miliardi e mezzo di euro grazie ai depositi e al risparmio gestito, non vedrete nessuna nube all’orizzonte del Monte dei Paschi. Lovaglio gioca a fare Ulisse quando ripete la metafora del viaggio, annuncia accordi anche con Google per le nuove piattaforme tecnologiche, punta su Widiba e sui talenti dei dipendenti. E ai tanti analisti che lo pressano su Axa, Unipol, alleanze, processi e rapporti con Anima sul risparmio gestito, l’ad del Monte ribatte spiegando nel dettaglio il suo modello ideale di banca. Semplice, chiara, tecnologica, dal volto umano, che fa felici clienti, dipendenti e azionisti. In pratica, il circolo magico del credito.