Siena, 1 giugno 2024 – Una serie di incontri in città e in provincia, incentrati sul tema della pace. La campagna elettorale di Marco Tarquinio, già direttore de L’Avvenire e candidato alle europee nelle liste Pd, ieri ha toccato Siena incrociandosi - curioso ossimoro - con la tappa del candidato leghista Roberto Vannacci: "Se è quanto di più distante da me? Direi di sì, io sono per l’Europa di Helsinki e per la cooperazione tra Stati, lui per quella di Yalta e dei blocchi contrapposti".
Le sue posizioni sulla guerra agitano il dibattito anche nel suo schieramento, però.
"In una campagna elettorale in cui si parla dei tappi delle bottiglie di plastica, io porto i temi della geopolitica al centro. Bene ci sia dibattito, lo vivo con serenità".
Dove sbaglia l’Europa per lei
"L’Unione europea è vittima di due torsioni: quella bellica, senza alcuna iniziativa diplomatica in Ucraina e in Medio Oriente, quella della destra, che punta a costruire una nuova maggioranza in Europa ma per smontarla".
E lei cosa si aspetterebbe invece?
"Se l’Europa non si impegna in una grande operazione di pace, perde la propria natura. È il suo compito storico e il Pd ha la funzione di ancorare i socialisti democratici a questa idea, evitando derive a destra".
C’è il rischio concreto di quelle «derive»?
"Quando la sinistra si mette l’elmetto, perde la propria anima e diventa il contrario di sé. Mussolini era il capo della sinistra interventista, sappiamo come è andata a finire".
Lei chiede lo sciogliemento della Nato, l’Europa sarebbe poi in grado di agire da sola?
"Io ch ied o d i p ens are a sci ogl ier e u n’a lle anz a non più di fen siv a, ma off ens iva . Se un Paese della Nato autorizza l’Ucraina a colpire la Russia con le proprie armi e poi viene a sua volta attaccato, cosa succede? O la Nato interviene a difesa di un suo Paese, o si autoscioglie. E così un solo Stato può trascinare tutti gli altri in guerra: dico un’eresia?"