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Psoriasi e Covid, cosa c'è da sapere

Per la forma lieve - moderata passi avanti con i trattamenti topici innovativi in schiuma. Parla Emanuele Trovato responsabile Centro Psoriasi di Siena

Psoriasi lieve moderata

Psoriasi lieve moderata

Siena, 24 maggio 2021 – Quando pensiamo alla nostra salute, ecco subito venirci incontro la pandemia da Covid-19, che ha focalizzato l'attenzione quasi esclusivamente sulle infezioni. Ma ora che stiamo uscendo dall'emergenza, con le vaccinazioni, vengono alla luce bisogni trascurati o sottovalutati. Sono i dubbi che affliggono i soggetti alle prese con malattie autoimmuni e affezioni della pelle, ad esempio la psoriasi. Per questo motivo emergono paure e reticenze. Emanuele Trovato, medico specialista in dermatologia a Siena, risponde alle incertezze e rassicura.

Che cos’è la psoriasi lieve-moderata e come si manifesta? In generale possiamo dire che la psoriasi lieve-moderata comprende quelle forme che interessano aree limitate del nostro corpo quali gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, senza nessun impatto sul buon funzionamento di altri organi o apparati. In ogni caso, l’estrema variabilità delle manifestazioni può determinare quadri clinici inusuali, per i quali solo un dermatologo esperto può riuscire a porre una diagnosi corretta. L’incidenza è variabile, con percentuali intorno al 5% in Toscana. Tuttavia, tale valore potrebbe essere sottostimato perché molti pazienti con forme lievi non giungono alla nostra osservazione”.

Esiste un centro dedicato alla cura della Psoriasi a Siena? Nel Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena è attivo un Centro Psoriasi, del quale sono attualmente responsabile, sotto la guida del mio direttore, Prof. Pietro Rubegni. La struttura è abilitata alla prescrizione dei farmaci biologici per i pazienti con psoriasi moderata-severa. Presso il centro, inoltre, è attivo l’ambulatorio di fototerapia gestito dalla dottoressa Anna Paola Pianigiani. Ad oggi, siamo coinvolti in diversi studi clinici sui pazienti con psoriasi, a livello nazionale ed internazionale. Quello su cui ci vorremmo concentrare nel prossimo futuro insieme al professor Bruno Frediani, direttore della Reumatologia, e al dottor Alberto Palazzuoli, responsabile Malattie Cardiovascolari, è cercare di capire precocemente quei segnali che possano lasciar prevedere una malattia più grave. Per questo motivo, dal prossimo anno, sarà anche organizzato un ambulatorio multispecialistico atto alla ricerca di quelle che vengono chiamate le “red flags”, cioè segni ecografici o ecocardiografici di interessamento sistemico della malattia anche nelle forme più lievi. In questo modo saremo in grado di offrire un servizio sempre più completo al paziente, al fine di intervenire precocemente sulla psoriasi con terapie mirate”.

Quali sono i trattamenti?Di volta in volta, la terapia va personalizzata, ad esempio, a parità di superficie cutanea compromessa la sede, il sesso e l’età possano fare la differenza. Detto questo, nella psoriasi lieve-moderata oggi abbiamo a disposizione molti farmaci per uso locale, in particolare mi riferisco ai derivati della vitamina D da soli o in associazione con molecole cortisoniche innovative in grado di offrire buona efficacia a fronte di pochi effetti collaterali. Anche la fototerapia a raggi UVB a banda stretta, effettuata solo in centri specializzati, rappresenta una valida opzione terapeutica per i pazienti con forme limitate di psoriasi. Tuttavia, anche in alcuni casi di psoriasi lieve-moderata siamo costretti ad utilizzare terapie sistemiche e, riguardo a queste, oggi, abbiamo una grande varietà di scelta. Potremmo racchiudere tutti questi farmaci in tre grandi gruppi: gli anti-Tumor Necrosis Factor α (TNFα), gli anti-Interleuchina 17 (IL17) e anti- Interleuchina 23 (IL23)”.

Quali passi in avanti sono stati fatti nelle cure? Offrire al paziente delle formulazioni topiche in grado di coniugare l’efficacia terapeutica con la “gradevolezza” nell’applicazione, è sicuramente una delle sfide del dermatologo. Solo attraverso dei veicoli idonei per il paziente potremo aumentare la compliance, ossia l’aderenza alla terapia prescritta, dato che questi dovrà applicare il prodotto sulla pelle tutti i giorni. Il ruolo della terapia di associazione tra cortisone e derivati della vitamina D come prima scelta nella psoriasi lieve è stato ampiamente confermato, così come la sua rilevanza in combinazione con le terapie sistemiche o biologiche nelle forme più gravi. Secondo i dati presenti in letteratura, infatti, circa il 75% dei pazienti affetti da psoriasi, indipendentemente dal grado di malattia, utilizza terapie topiche. Le nuove opzioni per i trattamenti locali devono offrire una maggiore efficacia e una migliore accettabilità per il paziente, compresa una più facile applicazione, per ridurre l’impatto di tale terapia sulla quotidianità. I nostri pazienti con ritmi di vita sempre più frenetici, ci chiedono terapie che si applichino facilmente e si asciughino velocemente. In questo senso i veicoli in schiuma topica sono stati un notevole passo avanti. Inoltre, la schiuma spray (calcipotriolo - betametasone) offre una maggiore efficacia rispetto alle formulazioni di unguento e gel, con una netta riduzione in termini di giorni necessari per raggiungere il risultato e ridurre il prurito”.

Che impatto ha avuto l’innovazione?Molti studi hanno dimostrato che i nuovi farmaci sistemici e topici non solo portano a un grande miglioramento della qualità della vita del paziente ma sono anche in grado di ridurre il rischio di complicanze legate alla psoriasi come l’infarto del miocardio e l’artropatia psoriasica. In particolare, i farmaci biologici hanno dimostrato una discreta maneggevolezza e ci permettono di raggiungere un livello di pulizia della cute pressoché completo, con elevati livelli di soddisfazione per tutti”.