Laura Valdesi
Siena

Siena, prove del ’cigno’ all’alba in Piazza. «Maggiore sicurezza per la mossa»

Il tema torna di attualità. Castellani mostra i video fatti il 14 agosto 2018. «Servono anche maggiori poteri per chi sale sul verrocchio»

Siena, prove del ’cigno’ all’alba in Piazza. «Maggiore sicurezza per la mossa»

Siena, 11 luglio 2024 – Ore 6, piazza del Campo. Operai a lavoro. Pochi senesi in giro. C’è chi si accorge che si sta armeggiando intorno al meccanismo di sgancio del canape. Senza farci però troppo caso. In realtà, come dimostra il video che pubblichiamo, è in corso un esperimento interessante. Si prova il ’cigno’ inventato da Walter Bianciardi. E’ il 14 agosto 2018. Quasi sei anni fa, dunque. Da allora di strada ne ha fatta il marchingegno che viene usato in tutti i paliotti d’Italia, tranne che a Siena. Va bene a Mociano e Monticiano, per l’addestramento nell’ambito del Protocollo equino, non per le Carriere del 2 luglio e del 16 agosto. Avvantaggia troppo in partenza chi si trova nelle posizioni basse, il doppio sgancio di Bianciardi. Questo il ritornello spesso emerso nelle riunioni a porte chiuse fra addetti ai lavori. Ma quanto avvenuto negli ultimi Palii, specie adesso che i fantini e i cavalli sono prontissimi in partenza e spesso forzano, deve forse indurre a ripensare (seriamente) all’opportunità di sperimentare davvero il ’cigno’ in Piazza. Stravolgimento della tradizione? Non dimentichiamoci dei materassi a San Martino, dei varchi messi per il deflusso del pubblico, del palco rialzato al Casato. «La prova venne fatta nell’agosto 2018, per verificare la fattibilità e il funzionamento. Andammo all’alba, c’erano anche alcuni tecnici del Comune. L’eventuale adozione del ’cigno’ era nel programma di ’Voltiamo pagina’», racconta Massimo Castellani, contradaiolo ed ex consigliere comunale che ora collabora con Sena Civitas. C’era anche Bianciardi, naturalmente. I problemi nella fase della mossa, il polverone che ne è conseguito e che ha anche portato al cambio sul verrocchio, impongono una riflessione alle dirigenze e forse anche al Comune. «Non è solo con il maggiore peso del canape che si può ottenere un miglioramento, questo è una componente – osserva Castellani –; sono convinto, e come me molti altri, che il cigno in termini di sicurezza possa essere di aiuto essendo dotato di un doppio sgancio. Non una panacea, sia chiaro ma può rendere più sicura la mossa per cavalli, fantini e Contrade. Inoltre la presenza del cigno faciliterebbe l’attività del mossiere permettendogli di concentrarsi sulla mossa con più tranquillità». L’introduzione del meccanismo, a giudizio di Castellani che sa bene di toccare un argomento spinoso su cui le posizioni risultano variegate in città, «deve essere abbinata ad un rafforzamento del potere sanzionatorio, immediato, di chi sale sul verrocchio e, successivamente, magari anche della giustizia paliesca amministrata dal Comune. Se c’è, per esempio, chi forza eccessivamente e continuamente la mossa deve essere richiamato». Allo stesso tempo, però, evidenzia Castellani, «va riaffermato che la partenza è buona quando la rincorsa è entrata. Altrimenti, è una provocazione, tanto vale toglierla tornando all’antico». Aggiunge «che quella del cigno potrebbe essere una scelta che l’amministrazione assume direttamente, in maniera autonoma, come in passato è stato fatto per tanti altri accorgimenti introdotti nel Palio». I fantini sono tutti d’accordo sul ’cigno’, si sentono maggiormente tutelati in una fase, quella della partenza, che sempre più spesso decide il Palio. Adattarlo alla Piazza? Si può fare.