Una vittoria che vale oro quanto pesa, quella centrata dalla Pianese a Campobasso. Fa bene il tecnico bianconero Alessandro Formisano a tenere a bada l’entusiasmo, ché il cammino è ancora lungo e irto di ostacoli (domenica alle 15 a pestare l’erba del Comunale sarà il Pescara). Ma se alle soglie della ventitreesima giornata le zebrette sono lassù, in piena zona play off (nono posto con 29 punti all’ativo) e ci sono meritatamente, significa che la squadra ha tutte le carte in regola per tenersi stretta la Serie C e perché no sognare un po’.
Non ha portato a scossoni il cambio in panchina e anche il mercato – che ha pure registrato la partenza niente meno che di Antonio Boccadamo – sembra non aver scalfito la scorza dei bianconeri. I tre nuovi innesti, Masetti, arrivato e subito in campo con la maglia titolare, Nardi entrato a gara in corso, ed Ercolani, subentrato nei minuti finali, hanno subito dimostrato di essere ottimi elementi, congeniali alla causa bianconera.
"L’esordio con la maglia della Pianese è stato bello – ha detto proprio il difensore Lorenzo Masetti a Ideaplus –: ho subìto un grave infortunio al crociato e partire dall’inizio dopo 9 mesi è stato emozionante. A maggior ragione in uno stadio del genere e con la gara che si è conclusa con una nostra vittoria. Meglio di così non poteva iniziare questa avventura".
Sulla sfida. "Abbiamo giocato una grande partita – ha sottolineato –, sapevamo di essere attesi da un impegno tosto, contro una squadra in cerca di risultato e in un ambiente che si fa sentire, ma tutto è andato come doveva andare; siamo stati bravi a gestire la pressione; non abbiamo praticamente mai rischiato se non su una palla inattiva nel secondo tempo. Abbiamo fatto davvero un grande lavoro".
"Sinceramente prima di trasferirmi ho guardato qualche partita della Pianese – ha aggiunto il bianconero –: mi è apparsa subito quella che è, una squadra con un’impronta, ben allenata, dove tutti i giocatori sanno quello che devono fare, sia in fase di possesso che di non possesso".
Masetti ha scelto il 56. "Sono molto legato alla famiglia – ha chiuso il difensore – e il numero è la somma delle date in cui ho perso due dei miei nonni. Un modo per portarli sempre con me, anche quando sono in campo".
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