Ospite di ‘Livewith’, la chat di Civitanova per i nuovi arrivati in casa Lube, l’ex palleggiatore biancoblù Falaschi ha trovato il tempo per parlare di Siena. E come Milan ha speso belle parole per la Emma Villas: "Avrei voluto continuare con Siena – ha raccontato –, tanto che avevo già rifiutato tutte le offerte già ricevute. Però quando ha chiamato Civitanova ho contattato la società per correttezza e mi hanno dato il via libera per trattare il trasferimento. È stata una cosa molto veloce, la domenica avevo già deciso di accettare". Falaschi ha così ritrovato la Superlega che avrebbe potuto raggiungere sul campo se l’emergenza sanitaria non avesse imposto lo stop: "Dispiace perché il percorso è stato interrotto, a maggior ragione perché eravamo in testa alla classifica, l’obiettivo era tornare in Superlega, eravamo in lotta ma ci siamo dovuti fermare sul più bello causa pandemia. Dispiace per il club e per tutto il contorno, anche coi ragazzi eravamo veramente un bel gruppo". Alla domanda sulla rivalità tra Siena e Bergamo, aggiunge: "Sarebbe stata la finale. Bergamo era la squadra designata ad arrivare in fondo insieme a noi, ci hanno battuto 19-17 al tiebreak della semifinale di Coppa Italia. Dispiace perché sarebbe stata una bella finale. Rimarrà un’incompiuta". Senza Falaschi l’Emma Villas prosegue la caccia al suo sostituto. Serve un nome di alto profilo, dopo la conferma di Romanò e Zamagni e l’ingaggio di Della Lunga, tutti elementi in grado di formare un sestetto molto competitivo. Si muovono anche le avversarie, su tutte la più scatenata è Taranto che dopo l’ufficializzazione del palleggiatore Manuel Coscione sembra molto vicina alla firma con lo schiacciatore Simone Parodi (ex Zaksa, visto al Palaestra da avversario con Latina nell’anno della Superlega) e il centrale Aimone Alletti (Milano). Santa Croce ha ufficializzato Paolo Montagnani come allenatore al posto del brasiliano Douglas, emigrato in Qatar. A Bergamo arriva il martello Andrea Santangelo, reduce da un’esperienza nel campionato coreano dopo le stagioni a Cantù e Aversa.
Stefano Salvadori