Finalmente! Finalmente i tifosi del Siena non hanno lasciato il Franchi delusi come era accaduto nelle ultime quattro circostanze. Una vittoria, tre punti e davanti una settimana da vivere con un pizzico di serenità. La vittoria della volontà, senza dimenticare i soliti, immancabili brividi, un gol, il primo, regalato in pratica dagli avversari e arrabbiature troppo profonde e recenti per dimenticare le tante, troppe, negatività che girano sopra la testa del Siena.
Il tecnico, lo staff e la squadra. Questi sono gli unici protagonisti del successo bianconero, senza ovviamente dimenticare i tifosi, soprattutto quelli della Curva, che hanno trascorso un pomeriggio climaticamente non facile. Questa vittoria non ha altri ‘padri’ rispetto a quelli citati e così sarà fino al termine di questa stagione. E’ stato detto che vincere o perdere è più o meno la stessa cosa, sono stati negati ‘rinforzi’ che avrebbero permesso a questo gruppo di crescere, in pratica è stata lasciato la squadra al proprio destino con la prospettiva di arrivare in qualche modo fino alla prossima primavera, quando il campionato avrà fine. Non proprio il massimo, soprattutto a livello mentale, se pensiamo al momento della Robur, alle sconfitte, alle difficoltà, ai diversi infortuni che riducono sempre più le scelte dell’allenatore. Fate voi, pensateci voi, stringete i denti e pazienza se perdere le partite. Questi i concetti espressi da una proprietà lontana in tutti i sensi e per niente funzionale alla causa. Non proprio il discorso memorabile alla squadra di Al Pacino nel film ‘Ogni maledetta domenica’ per chi ha avuto la fortuna di vederlo. E nonostante tutto il gruppo ha tirato fuori gli attributi, è andato in campo e ha battuto un San Donato Tavernelle dato in buona condizione. Ora non resta che andare avanti così, di settimana in settimana, cercando di arrivare ad una zona play-off dalla quale al momento siamo fuori. E’ chiaro ormai che nei prossimi mesi sarà sempre la stessa musica, le fortune della nostra cara e amata Robur dipenderanno da quello che i ragazzi riusciranno a dare in campo ogni settimana, in attesa di un futuro che definire incerto non rende nemmeno l’idea.
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