Solo tre settimane fa il Siena era appaiato in testa alla classifica al Livorno e al ritorno dalla non brillante trasferta di Orvieto lasciava comunque la sensazione di essere in un buon momento. C’era un doppio impegno probante all’orizzonte contro lo stesso Livorno e il Poggibonsi, ma le speranze di far bene erano concrete e la squadra, seppur con qualche limite, offriva garanzie. Invece la Robur, dopo aver perso senza dubbio immeritatamente contro una capolista più cinica, è crollata.
Il nervosismo di Magrini in quel celebre post partita (e nel pre derby del Lotti) ha forse condizionato una squadra non abituata a perdere, vista imbattibilità derivante dallo scorso campionato, e che a Poggibonsi ha subìto una lezione, non uscendo sconfitta solo grazie a Stacchiotti e all’imprecisione degli attaccanti di Calderini. Poi il successo stentato, seppur meritato, contro una Sangiovannese che fuori casa era a secco di gol e punti e che al Franchi è andata a una manciata di secondi dal portare a casa un pari. Infine, il ko di Terranuova, punto più basso della pur recente storia del Siena Fc. Troppo brutta la Robur vista nel Valdarno per appellarsi a dati oggettivi come le numerose assenze e le condizioni non ottimali generali. Lollo e compagni sono sembrati svuotati di motivazioni, di grinta, di voglia e sono andati incontro a una figuraccia ben oltre l’aspetto puramente tecnico. Il dubbio che adesso attanaglia chi vuole bene al Siena è il seguente: la squadra sta vivendo una fase di difficoltà fisica e di poca brillantezza che ne condiziona il rendimento o, e sarebbe molto peggio, nel momento in cui si è intuito che forse quest’anno competere per il primo posto sarebbe stato difficile, le motivazioni sono scemate e il contraccolpo psicologico è stato troppo grande da assorbire? La speranza è che sia un insieme di fattori legato alla prima opzione, anche perché sarebbe folle pensare dopo appena 10 giornate (e visto il Livorno ieri), che il campionato sia già da buttare. Serve quindi una presa di coscienza da parte della società che riesca a far tornare lo spirito delle primissime giornate. E contestualmente anche un bagno di umiltà da parte di tutti, ambiente incluso, pensando a fare il massimo gara per gara senza più guardare cosa fanno gli altri, abbandonando anche l’inutile pretattica (lista dei convocati non comunicata venerdì) che, come si è visto a Terranuova, non è servita a molto.
Guido De Leo
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