
Con la maglia del Siena, la Serie D lui l’ha vinta. È stato anche grazie alle sue 13 reti che i ragazzi di Morgia riuscirono nell’impresa, trascinando allo stadio 4000 senesi. Lorenzo Crocetti, sabato, è tornato al Franchi, con la Robur sempre nel cuore. "Ho visto una squadra un po’ contratta – afferma sulla partita –, ma credo sia anche normale dopo la stagione vissuta, il cambio di allenatore, l’iniziale rumoreggiare del pubblico. E sì che erano partiti bene, per poi calare alla distanza, non so se fisicamente o mentalmente. Non è stato un ‘partitone’, ma non è facile commentare una singola gara: per me il migliore è stato Mastalli, che ha fatto ottimi inserimenti. In precedenza, mi dicono, non si era espresso a tali livelli. Anche Galligani si è dimostrato un’arma in più".
"Voria, comunque, è uno focoso, saprà come caricare i ragazzi – aggiunge Crocetti –. Che poi, con il Livorno che ha fatto un campionato a sé, se dovessero arrivare ai play off, e arriveranno, da neopromossi, la stagione non sarebbe da buttare. Anche se Siena è una piazza esigente e la Serie D non è la sua categoria". Crocetti ha avuto modo di conoscere, marginalmente, la proprietà svedese. "Mi è sembrata una società ‘internazionale’, ‘aziendalista’. Mi ha ricordato un po’ il Lugano, dove ho giocato in Serie B, che oggi, grazie alla programmazione, è in Europa… Anche l’idea di portare giocatori svedesi può essere apprezzabile, se permettesse al Siena di arrivare primo su ragazzi di valore. La proprietà appare seria, stabile: so che non è semplice ma la piazza dovrebbe darle un po’ di tempo. E il gruppo dovrebbe capire che investire sul Siena non è come farlo sullo Scandicci... Servono le figure giuste al posto giusto, come Guerri".
E sì che Crocetti di calcio ‘internazionale’ se ne intende. "Oltre ad allenare all’International School of Florence – spiega –, entrato nel circuito degli alberghi di lusso, preparo personalmente i figli di persone facoltose, nei periodi di vacanza. Li seguo ovunque, Dubai, California, Maldive… In più sono entrato in una società che pensa anche al futuro dei ragazzi. Nel gruppo, un preparatore, un avvocato, un commercialista, un promotore finanziario, un match analyst…: il giovane, così, è seguito a 360 gradi. In Italia, siamo tanto indietro. Anche per questo vedo di buon occhio l’arrivo di una proprietà straniera. Pensare a quanto sia bella questa piazza e vedere il Franchi oggi, mette tristezza. Serve un cambio di rotta".
Angela Gorellini
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