Passato e presente. Un immaginario passaggio di testimone da chi la storia del Siena l’ha scritta a chi, con la penna in mano, vuole ancora dedicarle pagine di gloria. Giuseppe Papadopulo, Mario Beretta e Lamberto Magrini, per la cena che i Fedelissimi hanno organizzato per 120 anni della Robur, si sono seduti vicini e insieme hanno spento le candeline (nella foto).
"La prima cosa che ho detto ai ragazzi, quando ci siamo visti la prima volta – ha affermato l’attuale condottiero bianconero – è stata che stavamo rappresentando una piazza e una città importanti, una squadra che aveva calcato i campi della Serie A. Una grande responsabilità. Con alle spalle un’umile carriera, sia da calciatore che da tecnico, è un onore, per me, rappresentare questa società, davanti ad allenatori che hanno fatto la storia bianconera. Se l’Eccellenza per la Robur è stato il minimo storico, per me è stato il massimo". "Ho tanta rabbia dentro – ha aggiunto –, mi scuso per le quattro giornate di squalifica che ho preso, ma io la partita la gioco con i ragazzi e parlo troppo. Sono convinto che abbiamo ancora tante soddisfazioni da dare ai tifosi: non veniamo da un momento bello, ma sono certo che lo supereremo. Vedendo domenica a Figline, Giannetti e tutti i ragazzi, gioire come se avessero vinto un campionato, mi ha fatto capire quanta passione ci mettano. Sono contento che Niccolò sia tornato a segnare, lo vedevo in allenamento che scalpitava, che non ce la faceva più. Grazie a tutti per la stima e l’affetto".
L’ultimo gol in bianconero, Giannetti, lo aveva segnato proprio con Mario Beretta in panchina. "Ci tengo tanto a Niccolò – ha affermato il tecnico – perché è un ragazzo fantastico, una persona meravigliosa. Ha fatto un’ottima carriera. L’anno della Serie B, ricordo, abbiamo dovuto venderlo perché sembrava che la sua cessione avrebbe risolto, insieme a quella di Paolucci, tutti i problemi. Poi è un figlio di Siena". "Qua ho trascorso tre anni bellissimi – ha aggiunto – l’ultimo, il più complicato, terminato in maniera sportivamente tragica, è stato paradossalmente il più emozionante. Con i ragazzi si è creato un rapporto particolare".
Acclamatissimo, Giuseppe Papadopulo. "La nostra avventura iniziò tra mille difficoltà – ha ricordato il mister della promozione in Serie A – e fui io a pagare. Ma quando Nelso Ricci mi richiamò non esitai ad accettare. Da lì nacque il Siena, un Siena forte, che riuscì a sovvertire il pronostico e, a Genova contro la Samp, salvarsi. Da quel momento partirono le fortune della Robur. Ancora oggi il rapporto è fortissimo: parlare dei momenti vissuti insieme è come riviverli".
Angela Gorellini
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