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Novanta candeline per l’Amiata Su Facebook la festa amaranto

Il presidente Zilianti spiega: "Non appena sarà possibile abbiamo tutta l’intenzione di fare le cose in grande"

Novanta candeline sulla torta dell’Amiata, che lo scorso 22 gennaio ha celebrato questo significativo compleanno: una società dalla grande tradizione che ha sempre onorato il calcio ad Abbadia San Salvatore. "Iniziò tutto – racconta l’attuale presidente Claudio Zilianti – grazie ad Ezio Contorni, che era proprietario delle terme di Bagni San Filippo, al maestro Sabatini ed a Bruno Baiocchi: quest’ultimo, badengo di nascita, era il presidente del Livorno e portava in estate i labronici nel nostro paese per il ritiro precampionato. Nel 1931 fu deciso di fondare l’Amiata e, il colore amaranto, deriva proprio dalla maglietta del Livorno".

Nel corso della storia, qual è stato il momento migliore per l’Amiata?

"Nel 1955 abbiamo giocato nel campionato Dilettantistico Toscano, che equivale più o meno tra la serie D e l’Eccellenza di oggi. Era presidente Enzo Zampa, dirigente delle miniere di mercurio di Abbadia. A quei livelli siamo tornati alla metà degli anni ‘70".

Per ora avete potuto festeggiare solo su Facebook?

"Sì, a causa dell’attuale situazione che non consente forme di aggregazione. Abbiamo tuttavia l’intenzione di fare le cose in grande non appena sarà possibile per la pandemia. Pensiamo ad un quadrangolare con le società vicine all’Amiata e ad una grande cena a cui parteciperanno anche vecchi giocatori che hanno indossato la maglia amaranto con i relativi allenatori".

Ultimamente avete avuto un doloroso lutto…

"Il 27 dicembre è venuto a mancare Carlo Campolmi, storico ed inossidabile factotum dell’Amiata per ben 56 anni. Era figlio di Orlando, dirigente a cui tuttora è dedicato il nostro stadio".

Giuseppe Stefanachi