ANGELA GORELLINI
Sport

Robur, tutta la voglia di Elvaris Suplja: "Tranquilli tifosi, daremo il massimo"

La storia di Elvaris Suplja (nella foto) è fatta di sogni realizzati, occasioni sfumate, caparbietà e coraggio. Il coraggio di...

La storia di Elvaris Suplja (nella foto) è fatta di sogni realizzati, occasioni sfumate, caparbietà e coraggio. Il coraggio di...

La storia di Elvaris Suplja (nella foto) è fatta di sogni realizzati, occasioni sfumate, caparbietà e coraggio. Il coraggio di...

La storia di Elvaris Suplja (nella foto) è fatta di sogni realizzati, occasioni sfumate, caparbietà e coraggio. Il coraggio di lasciare la famiglia per continuare a dare calci al pallone come faceva da piccolo, per strada, insieme ai cugini. Nella voce l’accento senese si mischia a quello kosovaro: un orgoglio, per lui, poter indossare la maglia bianconera e quella blu e gialla.

E’ uscito anticipatamente dal campo: come sta?

"Ho accusato un crampo molto forte, pensavamo potesse essere qualcosa più grave. Gli esami hanno scongiurato il pericolo e ho potuto prepararmi regolarmente con la squadra. Sono disponibile".

Ha fatto infuriare Magrini.

"Non sono ancora al 100 per cento, diciamo intorno al 70, lui mi chiesto come stavo, io gli ho risposto bene, perché in quel momento non avvertivo dolore. E’ tutto passato. Dal primo giorno ho cercato di dare il massimo, il mister mi ha dato fiducia e ne sono contento. Sto provando a dare il mio contributo per ripagare lui e aiutare la squadra".

Pronto per il Ghiviborgo?

"Sono una squadra molto tecnica, che gira bene palla, l’abbiamo studiata bene. Ma noi dobbiamo pensare solo a noi: a scendere in campo nella maniera giusta".

Cosa significa per lei vestire bianconero?

"Dopo il Sassuolo e tanti anni in convitto, volevo avvicinarmi a casa e tra tante proposte ho scelto l’Empoli: in azzurro ho fatto tante partite, poi purtroppo mi sono rotto il ginocchio. In estate hanno deciso di girarmi in prestito per farmi le ossa, a gennaio alla chiamata del Siena ho detto subito sì: ho realizzato il mio sogno di bambino. Da senese, vestire bianconero è un’emozione indescrivibile, quando rappresenti la tua città non è come rappresentare un’altra piazza. Una responsabilità, uno stimolo a fare sempre meglio".

Qualche rimpianto?

"Ovviamente mi dispiace non essere riuscito a trovare continuità a causa di qualche infortunio di troppo, ma anche le difficoltà ti aiutano a migliorare come persona".

L’esperienza con la nazionale del Kosovo?

"Con l’Under 17 ho affrontato Italia, Grecia e Finlandia: una sconfitta con gli azzurri e due vittorie, ho realizzato diversi assist. Poi dopo l’infortunio sono rientrato l’anno scorso e ho fatto anche gol all’Albania. A novembre l qualificazione come miglior seconda agli Europei U19, battendo la Spagna campione in carica".

La sua storia fuori dal campo, invece?

"Mio padre, Maslam, è arrivato in Italia nel ‘97 per sfuggire alla guerra: mi ha insegnato che questo Paese, dove sono nato, gli ha dato tutto. Anche per lui è un orgoglio che il figlio rappresenti la città che lo ha accolto e salvato".

Nel Siena può anche parlare kosovaro…

"Nermin, il magazziniere, è un mio compaesano. E’ in bianconero da tanti anni ed è un punto di riferimento per la squadra". Un messaggio ai tifosi?

"Devono essere certi che, al di là del risultato, daremo sempre tutti noi stessi. Siano comprensivi, nelle difficoltà".

Angela Gorellini

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