Siena, 50 anni di passione E’ il giorno dei Fedelissimi

Stasera il Club festeggerà la ricorrenza insieme a 350 persone al Tartarugone. Il presidente Mulinacci: "Traguardo storico, siamo tra i più longevi d’Italia"

Migration

Cinquant’anni di amicizia, di legami, di ricordi, tenuti insieme dalla passione e dall’amore per i colori bianconeri. Cinquant’anni di Fedelissimi: stasera, al Tartarugone, il Club li festeggerà insieme a oltre 350 persone, tifosi, sportivi di ieri e di oggi, tanti ospiti che non sono voluti mancare a un appuntamento tanto importante. "Ne sono e ne siamo contenti - spiega il presidente Lorenzo Mulinacci (nella foto) -. Abbiamo tagliato un traguardo storico. Siamo tra i club più longevi d’Italia, se non il più longevo: in parallelo al calcio, la tifoseria con il passare del tempo, si è trasformata, ma noi non ci siamo mai snaturati; esserci ancora significa che, oltre al tifo, ci lega una forte amicizia e la voglia di oggi è la stessa di sempre". "Mi fa tantissimo piacere che questa sera, a cena, ci sia anche chi i Fedelissimi li ha fondati - aggiunge -. Come mi fa piacere aver ricevuto tanti messaggi e attestati dalle altre tifoserie, come quelle del Chievo, della Spal o dell’Udinese: le Zebrette del Friuli, addirittura, verranno a Siena per festeggiare con noi. Questo significa che qualcosa di buono, in questo mondo, lo abbiamo fatto".

Protagonisti degli anni 70’, da Ferranti, a Tosolini, da Salvemini, Forte o Notari, degli anni 80’ e 90’ come De Falco, Ghizzani, Pinton, Colasante o Sciaccaluga, e degli ultimi decenni, vedi Chiesa, Portanova, Papadopulo, Giannetti, Beretta, Galloppa, Maccarone, Del Grosso, Calaiò o Crocetti… (sarà presente anche la dirigenza dell’Acn Siena al gran completo oltre al dottor Causarano), saranno seduti allo stesso tavolo, per rivivere e far rivivere pagine di storia bianconera.

"In 50 anni - racconta Mulinacci - abbiamo vissuto momenti esaltanti come, facile dirlo, le promozioni. Ma anche delusioni e arrabbiature, che fanno comunque parte del gioco. Ma io sono particolarmente legato agli anni ’70, quelli della mia gioventù. Allora con i calciatori e i dirigenti c’era un rapporto umano, non ‘professionale’ come oggi. Era un calcio genuino, quello". Il pensiero, poi, è per chi non c’è più. "Tanti amici, nel tempo, ci hanno lasciato - chiude il presidente dei Fedelissimi -, ma so che stasera ci sarebbero stati. Se il Club è arrivato a questa età è anche grazie a loro".

Angela Gorellini