
L’ha ripetuta una, due, tre, dieci volte, il direttore sportivo bianconero, Simone Guerri (foto), la parola "continuità", al triplice fischio...
L’ha ripetuta una, due, tre, dieci volte, il direttore sportivo bianconero, Simone Guerri (foto), la parola "continuità", al triplice fischio di Fulgens Foligno-Siena. Un’altra brutta sconfitta dei bianconeri, un’altra caduta pesante, che ha compromesso definitivamente la corsa al secondo posto e li ha fatti scivolare fuori dalla zona play off. Continuità: è ciò che è mancato alla Robur da inizio stagione, per il diesse. Mancanza di continuità nelle prestazioni, nei risultati, all’interno di una stessa partita.
Ecco, come a sei giornate dalla fine, i ragazzi di Magrini non abbiano più in mano il loro destino. Difficile dare torto a Guerri, da capire, semmai, perché. Perché quel salto di qualità tanto invocato dal tecnico bianconero non ci sia mai stato. Perché, a detta di chi vede la squadra allenarsi, quanto fatto nel quotidiano non viene riproposto la domenica; perché la Robur non riesce a chiudere le partite, perché, anzi, non riesce a segnare o lo fa con una fatica terribile. Guerri ha parlato di "mancanza di continuità anche nella preparazione" e di sicuro gli infortuni, gli acciacchi e l’influenza ‘cronica’ che hanno falcidiato la rosa da inizio stagione, sono stati una mannaia affilata per la classifica bianconera. Difficile, per la squadra, lavorare durante la settimana senza sette otto giocatori, difficile per i singoli, essere smaglianti con, alle spalle, tre giorni di febbre a 39. Non un alibi, ma un dato di fatto.
Eppure la sensazione è che qualcosa in più poteva e doveva essere fatto: difficile, per i tifosi, sopportare, per esempio, l’arrendevolezza con cui il Siena, in uno scontro diretto che avrebbe potuto rilanciarlo, si è piegato al Foligno (ottima squadra, per carità). E proprio Guerri è stato il primo a dirsene dispiaciuto. La Robur, adesso, ha davanti sei partite – la prima domenica alle 15 al Franchi con il Figline – per rimettersi in carreggiata, per cercare di rientrare nella griglia spareggi. Fondamentale gettarsi velocemente alle spalle il ko del Blasone, evitando contraccolpi, e recuperare più pedine possibili. Intanto Suplja rientrerà dal ritiro con il Kosovo Under 21, tamponando l’allarme 2006 (anche Stacchiotti dovrebbe aver superato l’attacco influenzale). Da valutare Cavallari, alle prese con un problema al flessore e Di Gianni (lesione muscolare) che dopo il periodo trascorso alla Lazio, farà ritorno sulle lastre.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su