
L’ennesima occasione sciupata dalla Robur ha lasciato molto rammarico nella squadra e nell’ambiente. Come già successo molte volte, specie in...
L’ennesima occasione sciupata dalla Robur ha lasciato molto rammarico nella squadra e nell’ambiente. Come già successo molte volte, specie in casa, i bianconeri si sono lasciati sfuggire due punti che sembravano ormai in cassaforte, compromettendo a questo punto in maniera importante se non decisiva la già difficile rincorsa al secondo posto. Il problema principale, tra i tanti di questa particolarissima annata, resta quello dei gol segnati.
Contro il Terranuova Traiana, a fronte delle consuete quattro o cinque occasioni nitide davanti al portiere avversario, è arrivato solo un gol ovvero quello dell’ottimo Boccardi, di gran lunga il migliore di questa fase della stagione. Gli ospiti non hanno rubato nulla e, vista la doppia occasione sciupata dagli stessi biancorossi sullo 0-0 nel recupero del primo tempo, il pareggio può oggettivamente starci. Ma il problema del Siena resta di difficile risoluzione anche perché oltre alle difficoltà sotto porta (appena 24 i gol segnati in 27 gare) i bianconeri raramente in questa fase riescono a portare a casa le partite che restano in bilico. Poi ci sono i cambi dalla panchina con giocatori arrivati con aspettative importanti, che invece deludono ogni volta e si perdono nel grigione generale di una squadra che non riesce a vincere due gare di fila da tempo immemore. Le parole, molto oneste, di mister Lamberto Magrini nel post gara fotografano bene non solo il momento specifico, ma in generale tutta l’annata di una eterna incompiuta come la Robur 2024/25. L’improduttività offensiva difficilmente sarà migliorata da qui alla fine così come sembra complesso credere che da ora in poi saranno evitate quelle disattenzioni che sono costate davvero troppi punti. Impossibile che non subentri quindi logicamente un po’ di frustrazione se non rassegnazione, per citare l’allenatore bianconero. L’obiettivo nell’immediato deve restare quello di migliorarsi come squadra e migliorare il più possibile la posizione in classifica per poi giocarsi le proprie carte nei, poco più che platonici, playoff. Ma la vera preoccupazione di molti riguarda il futuro ben oltre la partita di Foligno di domenica e le successive sei giornate che portano al 4 maggio quando finalmente la serie D andrà in archivio. Le prospettive legate alla proprietà svedese non sembrano infatti autorizzare, eufemisticamente, grossi voli pindarici per il prossimo campionato.
Guido De Leo
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