Un cammino lungo 165 anni. E un orizzonte all’insegna delle nuove tecnologie digitali per un’informazione di qualità. La Nazione ha spento 165 candeline con un evento al Forte Belvedere, nel cuore di Firenze, il 18 luglio. È stata Agnese Pini, direttrice di Qn La Nazione, il Resto del Carlino, Il Giorno a fare il punto tra passato, presente e futuro del nostro giornale, per raccontare una storia fatta di coraggio, cominciata da quel 19 luglio del 1859, quando uscì il primo numero, voluto in una notte dal ’barone di ferro’ Bettino Ricasoli per accompagnare il cammino della Toscana verso l’unità d’Italia.
Eccezionale è stato il tributo di affetto che in tanti hanno voluto testimoniare a La Nazione partecipando all’evento. Con la direttrice erano presenti l’editore del nostro Gruppo, Andrea Riffeser Monti con la figlia Sara – presidente di Speed, la concessionaria per la raccolta pubblicitaria –, che ha portato i saluti dei fratelli Bruno e Matteo. E poi ospiti e autorità, associazioni di categoria, enti, imprese, lettori e giornalisti. In apertura della cerimonia l’attrice Daniela Morozzi ha letto un brano dell’articolo con il quale Carlo Collodi raccontava su queste colonne i festeggiamenti per il plebiscito che nel marzo 1860 sanciva l’unione dell’ex Granducato al regno sabaudo. E Collodi-cronista scriveva che "vi sono delle cose che per crederle, bisogna averle vedute".
All’evento hanno preso parte anche il presidente della Regione, Eugenio Giani che ha sottolineato il ruolo del nostro giornale nella nascita della Toscana contemporanea: "Ritengo che La Nazione oltre che un giornale sia una vera istituzione nella nostra regione, perché si collega alla nascita della Toscana moderna". Anche la sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha voluto sottolineare il rapporto d’affetto che la lega a La Nazione: "C’è un legame intimo e familiare che mi lega al giornale più antico d’Italia che ha portato avanti battaglie storiche – ha detto –. Ricordo quando mio nonno Piero Bargellini, sindaco al tempo dell’alluvione del 1966, mi raccontava che il governo cominciò a muoversi, a mandare aiuti a Firenze, dopo la lettera che il direttore del tempo, Enrico Mattei, pubblicò in prima pagina chiamando in causa il presidente Saragat. Il nonno disse: quando la stampa funziona davvero, riesce a scuotere le coscienze, le istituzioni e la politica. Quello fu l’inizio della rinascita di Firenze".
Alla cerimonia erano presenti anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, gli assessori di Palazzo Vecchio, Paola Galgani, Laura Sparavigna e Andrea Giorgio, i sindaci di Pistoia, Alessandro Tomasi, Prato, Ilaria Bugetti, Livorno, Luca Salvetti e Pisa, Michele Conti. Ospite della serata la giornalista di La7, Alessandra Sardoni che ha dialogato con la direttrice Pini sui principali fatti di attualità nazionale e internazionale. Un brindisi al giornale più antico d’Italia, segnato da uno dei panorami più belli del mondo: il cuore di Firenze.
Fabrizio Morviducci