GUGLIELMO VEZZOSI
165 anni

Giani e il rito del giornale: "Ogni notte la febbrile attesa per l’arrivo delle prime copie all’edicola della Stazione"

Il presidente della Regione Toscana: "Quando ero assessore comunale volevo sapere le notizie prima di andare a letto per essere pronto l’indomani sui vari argomenti. Conservo l’articolo sui miei Campionati studenteschi".

Firenze, 10 agosto 2024 – Firenze e la Toscana, regione che più di ogni altra, in ogni sua manifestazione, sa declinare i canoni della bellezza in forme sempre nuove e attraenti. Firenze e la Toscana da sempre protagoniste sul palcoscenico della Storia quando i grandi eventi hanno bussato alla porta. Ed è proprio nel periodo delle grandi tensioni risorgimentali e del complesso cammino verso la formazione dello Stato unitario che, ancora una volta, Firenze assume un ruolo da protagonista anche attraverso il nuovo giornale – La Nazione – nato nel 1859. Ne parliamo con il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che è anche grande appassionato di storia.

Eugenio Giani
Eugenio Giani

Presidente, come definirebbe il rapporto tra La Nazione e la Toscana?

"Ritengo che La Nazione oltre che un giornale sia una vera istituzione per la Toscana, perchè si collega alla nascita della Toscana moderna in modo diretto. Siamo nel 1859 e subito dopo l’uscita di scena incruenta del Granduca Leopoldo II (c’è ancora una targa tra piazza San Marco e piazza Indipendenza a Firenze a ricordare la partenza dell’ultimo sovrano) i destini della Toscana vennero presi in mano da un governo provvisorio guidato da Bettino Ricasoli. E proprio Ricasoli ebbe un’intuizione geniale. Ovvero iniziare a pubblicare un giornale che fosse l’organo ufficiale di una Toscana che aspirava ad esser parte della nazione italiana".

E così iniziarono le pubblicazioni.

"Ricasoli fa pubblicare un foglio già il 14 luglio per poi uscire con il primo numero ufficiale il giorno 19. E da allora La Nazione, senza soluzione di continuità, è sempre uscita conquistandosi prestigio e autorevolezza, da autentica protagonista della nostra storia raccontando la crescita e l’evoluzione di questa regione".

E la Toscana di oggi primeggia in tanti settori.

"La Toscana è la regione che più di ogni altra mostra una propria identità nel contesto italiano sia sul piano turistico che culturale, sociale e sanitario, basta scorrere rapporti e statistiche per rendersene conto. Siamo all’avanguardia nel portare alta l’immagine dell’Italia nel mondo. La Toscana è l’unica regione che ha un termine equipollente in lingua inglese – Tuscany appunto –. E questo dice tutto".

Lei ha ricoperto incarichi nelle istituzioni fin da giovane: qualche ricordo del suo rapporto con la stampa.

"Beh, leggere il giornale della propria città è da sempre fondamentale per un amministratore, ma il mio primo incontro con La Nazione è strettamente personale. Vidi per la prima volta il mio nome su La Nazione – e conservo ancora gelosamente quella copia – in un articolo che dava conto dei risultati dei giochi studenteschi ai quali avevo preso parte. Avevo 16 anni e comparire sul giornale fu un’emozione".

E da politico cosa ricorda?

"Nel 1990 entrai in consiglio comunale e nel 1993, a 34 anni, diventai assessore. Era un rito irrinunciabile ogni sera andare all’edicola della Stazione e attendere l’arrivo delle prime copie de La Nazione. Si faceva mezzanotte o anche più tardi e nel gruppo di persone in attesa si creò nel tempo anche una certa familiarità. Volevo leggere la mia copia prima di andare a letto per essere pronto, l’indomani, a rispondere a osservazione degli avversari politici o richieste dei cittadini".

Il giornale c’è sempre stato, anche nei giorni delle nozitie più brutte e tristi.

"Certo, io identifico molto della mia memoria storica della città con gli articoli di giornale che hanno raccontato i grandi fatti. Penso all’alluvione del 1966. La Nazione è stata una presenza costante, sicura e vicina alla città ogni giorno. Ma cito un altro ricordo personale: nel 1993, la notte dell’attentato ai Georgofili ricordo benissimo che ero a casa e stavo leggendo proprio La Nazione quando il boato dell’esplosione squarciò la notte catapultandoci nella tragedia".

Oggi il giornale cartaceo si integra con quello digitale e con le notizie online: come distinguere tra informazione di qualità e fake?

"Il lavoro dei giornalisti delle testate storiche come La Nazione è la migliore garanzia per il lettore, per capire i fatti e farsi un’opinione. E questo vale per la carta, ma anche sul web. Il sito di un giornale consente di avere aggiornamenti in tempo reale di un fatto in corso di svolgimento con l’autorevolezza certificata della testata e dei professionisti che vi lavorano. E comunque c’è una dimensione del giornale che nessun sito potrà mai annullare: la locandina che al mattino viene esposta ad ogni edicola, sulla quale campeggia la notizia più importante del giorno. Fa sempre un grande effetto".