"I fiorentini furono salvati dal dì di festa"

Alberto Marcolin, ex caporedattore de La Nazione, ricorda l'alluvione del '66 a Firenze. Descrive il caos e l'impegno straordinario del giornale per informare la città.

Alberto Marcolin era caporedattore de La Nazione nei giorni dell’alluvione. In seguito fu anche vicedirettore e condirettore del giornale, oltre a essere stato lo storico responsabile della scuola di giornalismo del nostro gruppo editoriale. E’ scomparso nel 1997. Di quel giorno terribile dell’alluvione, scrisse un ricordo dettagliato per un inserto speciale uscito nel 1989 con una considerazione lucida: "Era festa (il 4 novembre): fu la salvezza per centinaia o forse migliaia di fiorentini che erano ancora a letto anziché per le strade, dove sarebbero stati sepolti dalle acque del fiume che uscirono con una velocità spaventosa e una forza dirompente". Marcolin racconta anche la storia del famoso titolo “L’Arno straripa a Firenze“. "Per fare il titolo avevamo avuto anche il confronto con il sindaco Piero Bargellini. Era venuto al giornale verso le tre, avevamo fatto il giro dei lungarni, ci eravamo spinti fin sul Ponte Vecchio. L’Arno faceva paura: correva sotto le volte trascinando tronchi d’albero, canotti, perfino auto".

E sul lavoro incredibile per la fattura del giornale successivamente agli eventi scrive: "Furono veramente momenti difficili e duri. L’autostrada era percorsa quotidianamente da decine e decine di giornalisti e tipografi che prima lavoravano in via Paolieri a ’fare’ la cronaca della giornata e a rimettere in sesto rotative e linotypes, poi andavano a Bologna a completare l’opera. A notte fonda tornavano a casa per dormire poche ore e tornare poi a fare lo stesso, giorno dopo giorno".