Il biennio delle celebrazioni Puccianiane si avvia alla sua fase ultima. Abbiamo chiesto al presidente del Comitato Puccini, il maestro Alberto Veronesi, qual è il bilancio.
"Il Comitato Puccini ha medicato una ferita storica, la ferita inferta dal colpevole atteggiamento di incuria e sciacallaggio compiuto da chi, con l’eccezione di Simonetta Puccini e della Fondazione Puccini di Lucca, a vario titolo, ha avuto in eredità la gestione dei beni materiali del Maestro. Oggi si ristrutturano e si recuperano il Villino di Viareggio, abbandonato nel degrado dai primi del 2000, si ristruttura Villa Caproni, a Torre del Lago, che fa parte del patrimonio della Fondazione Festival e via via la Villa Museo di Torre del Lago della Fondazione Simonetta Puccini, la Casa Natale di Lucca, il museo Pucciniano di Celle, l’Auditorium Puccini del Conservatorio di Milano. E poi la sistemazione dell’organo di Mutigliano, il ripristino del Teatro di Bagni di Lucca, gli affreschi del Teatro del Giglio di Lucca, la ristrutturazione del Gran Teatro di Torre del Lago, le opere di street art a Pescaglia".
E la musica?
"Fin qui tredici grandi concerti: Wiener Philharmoniker, la Filarmonica della Scala, la Budapest Festival Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice Genova e l’Orchestra Cherubini. E anche una serie di direttori straordinari: Zubin Mehta, Iván Fischer, Riccardo Muti. Poi giovani come Beatrice Venezi, Francesco Ivan Ciampa, Michele Gamba che ha diretto Turandot alla Scala di Milano. In questi dodici mesi, inoltre, abbiamo avuto la partecipazione di artisti del calibro di Vittorio Grigolo e Francesco Meli (tenori), Ambrogio Maestri, Massimo Cavalletti e Leo Nucci (baritoni) e il musicista Nicola Alaimo. I concerti, con dirette Rai, sono stati tutti sold out, dalla Konzerthaus di Vienna al Teatro alla Scala di Milano, passando ovviamente per i teatri di Lucca e Torre del Lago, senza dimenticare che la musica è arrivata anche dentro la Camera dei Deputati di Roma".
Molti degli investimenti sono di strutture ed edifici o comunque resteranno nel tempo. Perché questa scelta?
"L’investimento in strutture ed edifici è in linea con l’impostazione dei sindaci del territorio ma anche del governo Meloni, per cui investire in strutture ed infrastrutture è l’unica strada per garantire un futuro di prosperità. A questo proposito abbiamo anche investito in due piste ciclabili che portano il nome del Maestro molto importanti per il territorio. Poi c’è la vicenda fortunata della riapertura del Caffè Di Simo, fortemente voluto dal Comitato Scientifico e sostenuto nell’attività di spettacolo dal Comitato Promotore".
Il grande concerto “Puccini secondo Muti” ha portato le arie del Maestro in tutto il mondo. Che emozione è stata?
"Grandissima, perché il Maestro Muti ha colto degli aspetti inediti per la interpretazione pucciniana, inoltre c’è anche l’orgoglio di aver trasmesso in mondovisione le bellezze di Lucca a 20 milioni di telespettatori. Ho avuto amici da Vienna, dalla Spagna, dagli Stati Uniti che si sono complimentati per il concerto".
Adesso cosa dobbiamo aspettarci?
"Dopo il Festival Puccini, che presenta eccezionalmente sette opere in luogo delle tradizionali quattro proprio in forza dei contributi del Comitato, avremo tre grandi concerti con tre delle più importanti orchestre d’Europa: Staatskapelle di Dresda, Radio di Berlino e Filarmonica di Londra, dirette da grandissimi quali Daniele Gatti (nuovo direttore della Scala, ndr), Vladimir Jurowsky, e Esa Pekka Salonen, rispettivamente il 10 e 11 settembre e 8 novembre".
Quest’anno si celebrano anche i 165 anni de La Nazione, quotidiano che fu fondato a Firenze nel 1859 da Bettino Ricasoli. Un anno dopo della nascita di Puccini. Eppure le loro storie si intrecciano moltissimo...
"Un doppio anniversario che si sostanzia di contenuti concreti per entrambi i protagonisti. La Nazione racconta da 165 anni fatti e protagonisti delle nostre città, una presenza radicata, puntuale e da sempre qualificata. Non a caso, la strada di Puccini si è spesso incrociata con quella di questo storico quotidiano, che si è sempre distinto per un suo stile e indiscussa autorevolezza. E questo è quanto mai importante in un periodo, comel’attuale, caratterizzato da fake news che così spesso contribuiscono a creare le premesse per deformare la realtà dei fatti".
A Lucca, non a caso, ci sarà anche una mostra che racconta Giacomo Puccini attraverso gli articoli de La Nazione.
"Posso dire con orgoglio che la grande Mostra su Puccini attraverso gli articoli dell’Archivio storico de La Nazione è uno dei contributi più originali e completi nell’ambito delle grandi Mostre organizzate dal Comitato. Questa Mostra, che racconta Giacomo Puccini dall’atto di nascita fino ai tre funerali, attraverso materiali inediti o raramente visti, è uno dei contributi più riusciti delle attività celebrative. Consta di trenta pannelli che, dopo il debutto al teatro del Giglio a Lucca in autunno, saranno allestiti anche in altre prestigiose sedi".