di Olga Mugnaini
FIRENZE
Signora Dacia Maraini, secondo lei, com’è cambiato il mondo in 165 anni?
"Il mondo è cambiato in maniera inimmaginabile, soprattutto per l’avvento della tecnologia che ha mutato tutte le nostre abitudini, sia mentali che fisiche, sia sociali che politiche".
Lei è nata a Fiesole, anche se è cresciuta in Giappone per tornare poi a Firenze e studiare all’Educandato della SS. Annunziata. Cosa ricorda di quegli anni?
"Se dovessi raccontarle tutto quello che è successo a me e alla mia famiglia da Fiesole al Giappone e dal Giappone a Firenze, potrei scrivere un volume di cinquecento pagine. Non
posso riassumere in poche parole quel ben di Dio. Chi volesse conoscere nei dettagli le mie esperienze di quegli anni potrebbe leggere il mio ultimo libro chiamato “Vita mia“, oppure “La nave per Kobe“".
Che ruolo aveva all’epoca della sua adolescenza un quotidiano come La Nazione?
"In collegio non si leggevano giornali. Qualche insegnante e qualche genitore lo faceva e a volte se ne parlava, ma noi eravamo in compagnia soprattutto dei classici. Sapevamo piu di Platone che della politica italiana".
E ai giorni nostri, si può fare a meno dell’informazione scritta?
"Molti ormai leggono i giornali on line. Costa meno e non hanno bisogno di andare dal giornalaio. Io sono affezionata alla carta e ho bisogno di leggere il giornale stampato. Il guaio però non sta nel leggere i giornali sul computer o sull’iPad ma nel non leggerli affatto. I Social hanno sostituito, soprattutto per i giovani, la pratica della informazione ed è un disastro perché sono poco accurati, poco veritieri e poco controllati. Anche quando i ragazzi cercano informazioni sul sesso, finiscono nella pornografia e sono portati a credere che quella sia la realtà".
Fra i tanti musei fiorentini, c’è anche quello di Antropologia dell’Università, dove è appena stata riallestita la collezione donata da suo padre Fosco, dedicata al popolo nativo degli Ainu di Hokkaido. Cosa le ricordano quei reperti?
"Sono appena stata a Hokkaido. La popolazione Ainu si è ridotta rispetto a quella studiata da mio padre, ma esiste sempre, anche se meno legata ai suoi costumi tradizionali. Ho visitato un museo delle loro tradizioni ed è commovente vedere come vengono conservati gli oggetti, le stoffe, l’artigianato dell’antico popolo Ainu. Comprese alcune belle foto di Fosco".
Firenze è stata una capitale della cultura. Quali valori positivi conserva in questo tempo contemporaneo?
"Firenze rimane una città speciale, ricca del suo grande passato culturale, delle sue bellezze e dei suoi genii. Peccato che da ultimo il turismo le stia dando un carattere troppo commerciale".
Le vive fuori Firenze, ma ci sono alcuni luoghi magici della città e della Toscana che per lei continuano ad avere un particolare significato?
"Il Poggio imperiale per me è sempre stato un luogo magico, con i suoi viali, i suoi giardini, la sua vista sulla città. I miei occhi
di ragazzina si sono nutriti di quella vista, chiaramente non solo in senso estetico, ma di pensiero e di cultura".