Alzi la mano chi aveva anche solo immaginato che la sfida del Castellani tra Empoli e Juventus avrebbe visto affrontarsi due delle sole sei squadre ancora imbattute dopo le prime tre giornate di Serie A. E se sul primato dei bianconeri con sette punti, calendario alla mano, potevano nutrirsi pochi dubbi, il settimo posto dei toscani a quota cinque, con una sola gara casalinga disputata e due trasferte sulla carta proibitive, è molto più di una sorpresa. Anche in considerazione del fatto che la scommessa della famiglia Corsi di puntare su Roberto D’Aversa come tecnico aveva trovato alla vigilia tiepidi consensi, non solo, ma anche, a causa della lunga squalifica e il conseguente esonero del Lecce per la clamorosa testata al giocatore del Verona Henry. E invece, al momento, il campo sta dando ragione ancora una volta al fiuto del presidente, fin qui ripagato ogni più rosea aspettativa da una squadra che ha già mostrato di avere una fisionomia ben definita, seppur in un comprensibile contesto da lavori in corso. Il campionato dell’Empoli si è aperto tra le mura amiche con la classica sfida precoce di mezza estate, un noioso pari con il Monza per una partita terminata a reti bianche e con giusto qualche indicazione tattica utile a D’Aversa e Nesta, costretti ad assistere al match dalla tribuna, perché ancora in debito dalla stagione precedente con il giudice sportivo. È poi arrivata la notte magica dell’Olimpico, con la prima storica vittoria dei toscani in casa della Roma, firmata fisicamente da Gyasi e Colombo, ma ottenuta grazie a una straordinaria prestazione di squadra. Il punto ottenuto al Dall’Ara contro un Bologna da Champions e condensato nel botta e risposta tra Fabbian e Gyasi è valso per D’Aversa la conferma del buon seminato. E la Juventus? I bianconeri di Thiago Motta sono un cantiere aperto dopo le 32 cessioni operate da Giuntoli e gli acquisti di grande qualità ancora praticamente mai a disposizione del nuovo allenatore. Ma attraverso le impalcature, che il tecnico ha affidato ai giovani bianconeri, già si intravede una costruzione di pregio. Sei gol fatti, equamente distribuiti tra Como e Verona, e zero subiti, con una difesa profondamente rinnovata, costituiscono infatti già una dote importante per una squadra che ancora non esiste, come dimostrato dalla frenatina arrivata appena si è alzata l’asticella, con lo scialbo pari con la Roma, testimone dell’aleatorietà di certi giudizi avventati, tipici degli avvii di stagione.
CalcioEmpoli-Juventus, la sfida che non ti aspetti