L’Inter che arriva al Castellani per affrontare l’Empoli è certamente una squadra ferita e amareggiata dalla rimonta subita nel derby d’Italia con la Juventus, ma anche e soprattutto una squadra che si interroga su cosa non stia andando tra le pieghe di una stagione che rischia di non prendere la direzione sperata. Dubbi che dovranno essere dissipati da Simone Inzaghi e dal suo staff, apparsi disorientati dalla sfumata vittoria con i bianconeri, che è andata a rimettere in discussione un cammino che pareva essersi rimesso sulla strada giusta dopo la sbandata nel derby con il Milan. Già, perché in appena nove giornate di campionato per i campioni d’Italia è già la seconda volta che si rende necessaria una ripartenza. Paradossale a dirsi, perché con il pareggio di domenica sera sono comunque diventati sei i risultati utili consecutivi dopo un filotto di cinque vittorie, ma oltre ai due punti mancanti, che pesano attualmente sulla classifica, sono alcune sensazioni, avvalorate dai numeri, ad aleggiare sinistre. Intanto i gol subiti, che sono tredici, tanti quanti i nerazzurri ne avevano presi fino allo scorso febbraio. Indubbiamente troppi, anche se ad inquietare ancor di più è il dato della loro distribuzione, concentrata prevalentemente negli ultimi quindici minuti di gara. Un’inversione di tendenza evidente rispetto alla scorsa stagione, quando l’Inter campione d’Italia non rischiava quasi niente nell’ultimo terzo di partita, che spesso vedeva anzi la resa degli avversari di fronte ad una squadra che pareva inscalfibile. E invece alla prima giornata di campionato con il Genoa il 2-2 di Messias è arrivato al 95’, alla quarta giornata la rete di Mota del Monza all’81’, alla quinta giornata il gol partita di Gabbia nel derby all’89’, e ancora le reti di Lucca all’83’ e di Vlasic all’87’ che hanno rischiato di riaprire rispettivamente i match con Udinese e Torino, fino al 4-4 di Yldiz all’82’. Una matassa difficile da dipanare per un Inzaghi che non pare aver ancora capito se imputare il pericoloso trend ad un problema di tenuta mentale, con la concentrazione che viene meno soccombendo all’appagamento, o di natura fisica, con le conseguenti rotazioni forzate delle quali il tecnico piacentino spesso si lamenta. C’è poi anche un altro problema, che sembrava superato con la serata dell’Olimpico ma che è riaffiorato nel derby d’Italia, che ha avuto in Lautaro Martinez un protagonista mancato. Il ‘Toro’ argentino, decisivo nella sfida con la Roma, è tornato nella versione abulica e involuta di questo inizio di stagione, che lo vede lontanissimo dagli standard che lo hanno portato sul trono dei cannonieri lo scorso anno e tra i candidati al Pallone d’Oro 2024.
CalcioL'Inter è pronta a ripartire, ma Inzaghi deve risolvere il problema dei gol presi