
L’intervista "Quando opzionammo Cafù"
Cinque anni vissuti fianco a fianco col presidentissimo Romeo Anconetani, tanto da scrivere un libro, ormai 20 anni fa dal titolo "Il signor nessuno e il presidente". Livornese di nascita, Mauro Viviani, 75 anni, è stato una figura storica del calcio pisano. Culminò la sua carriera in nerazzurro da vice allenatore e poi tecnico della prima squadra del Pisa Sporting Club tra il 1988 e il 1993.
Che periodo fu per lei quello in nerazzurro?
"Sicuramente è stato un periodo bellissimo della mia vita per ciò che riguarda la mia attività professionale. Ho imparato molto e ricevuto molto. Spero di aver dato anche qualcosa perché alla fine ho contribuito a portare il Pisa in Europa dopo una bella vittoria sul Bari che ci portò al Torneo Anglo-Italiano". Il suo libro è diventato un cult tra i tifosi pisani. Ci racconti un aneddoto con Romeo Anconetani. "In quel libro riassunsi una serie di aneddoti. Una mattina innevata a Villa delle Rose, nello storico ritiro di Pescia, era febbraio in pieno inverno, fui convocato alle 7 nella camera del presidente dove trovai il massaggiatore, che dal fondo mi faceva segno di non parlare".
Perché convocarla a un orario così insolito?
"Il presidente si stava facendo la barba con la radio a tutto volume e mi chiese prima come stavo, poi mi invitò a chiamare mia moglie per farmi fare una valigia con abiti estivi. Alle 9 di quella sera avrei dovuto prendere un aereo per il Paraguay per andare a visionare un torneo under 23 pre olimpico".
Scovaste qualche calciatore interessante?
"Opzionammo Cafù, Montero, Asprilla e altri calciatori sudamericani, ma avevamo già due extracomunitari in rosa e non potemmo tesserarli. Quelle opzioni però furono un affare perché fruttarono comunque alla società bei soldi. Era abilità del presidente individuare i calciatori giusti ed essere i primi".
Sabato c’è Pisa-Venezia, gara importante per il campionato. Continua a seguire i colori nerazzurri?
"Non ho mai smesso. In televisione non mi perdo nessuna partita".
Come vede il Pisa quest’anno?
"I nerazzurri sono una buona squadra. Ho sentito tante critiche, ma l’organico è buono. Ho visto diverse partite, ma l’idea che mi son fatto è che ci sia qualche svarione di troppo che non permette di ottenere spesso il pieno risultato".
Secondo lei è un problema di testa e se è così è allenabile il fattore psicologico?
"Se si parla di fattore psicologico è molto difficile, ma in uno spogliatoio sono i senatori della squadra che dovrebbero prendersi carico per infondere la loro esperienza e la mentalità ai proprio compagni, a prescindere dall’allenatore. Solo così si può attuare un cambio di mentalità, riuscendo a dosare le forze per tutti i 90 minuti".