Con il passare degli anni il volto va incontro a un fisiologico processo di invecchiamento, che interessa oltre che la pelle anche le strutture più profonde, alterando l’equilibrio dei volumi di fronte, palpebre, naso, zigomi e mento.
In particolare, la regione della tempia e l'area del sopracciglio tendono ad apparire svuotate, la cute delle palpebre inferiori e superiori si rilassa, e la nostra espressione appare più stanca e cupa.
“Questi aspetti possono essere più o meno marcati, e presentarsi in età variabile a seconda delle caratteristiche individuali – spiega il Dott. Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica a Firenze – in alcuni pazienti si può osservare già in giovane età una tendenza congenita al rilassamento della cute palpebrale, in altri casi condizioni particolari di vita o malattie metaboliche possono accelerare il processo di invecchiamento della zona perioculare”.
La medicina estetica ci aiuta a contrastare i primi segni di invecchiamento di questa delicata area del viso, con i filler o le iniezioni di tossina botulinica, in grado di attenuare borse e occhiaie e risollevare il sopracciglio. “La medicina estetica attuale è una risorsa preziosa, di indubbia efficacia– precisa Quercioli – naturalmente queste procedure ambulatoriali hanno un effetto temporaneo, e non ci permettono di eliminare del tutto il problema, come possiamo fare invece con la chirurgia, non è un caso che l’intervento di blefaroplastica sia sempre più richiesto, sia per motivi estetici che per risolvere problematiche funzionali legate alla cute in eccesso sulla palpebra superiore, che limita il campo visivo”.
La chirurgia delle palpebre oggi è molto meno invasiva e più conservativa rispetto al passato.
In genere si interviene rimuovendo la cute in eccesso della palpebra superiore, inferiore, o di entrambe, e ricollocando parte del grasso periorbitale nella posizione naturale in cui si trova in età giovanile, in modo che l’occhio non appaia “incavato”.
Il risultato estetico è molto evidente, dopo l’intervento si riacquista subito uno sguardo più luminoso e giovanile. “Il recupero post operatorio - sottolinea Quercioli – di solito è rapido e privo di complicazioni: in due settimane si vedono i risultati, che poi si stabilizzeranno in pochi mesi. In alcuni casi, per un effetto di ringiovanimento globale del volto, si effettua contemporaneamente un trasferimento di micro innesti di grasso autologo, detto lipofilling, senza complicare il decorso dell'intervento di blefaroplastica e con un risultato estetico del tutto naturale”.
A Cura di Dott. Quercioli