OLGA MUGNAINI
Cultura

Firenze in piazza: "Basta con i silenzi. E’ il momento di alzare la voce"

Il Comune protagonista insieme a Qn-La Nazione per l’evento di oggi alle 12.30 in piazza della Signoria: “Un minuto di rumore per Giulia“. L’assessora Funaro: "Mandiamo un segnale forte per il cambiamento".

Firenze in piazza: "Basta con i silenzi. E’ il momento di alzare la voce"

Oggi il Comune di Firenze è in prima fila nell’iniziativa promossa da Qn, La Nazione, il Resto del Carlino e Il Giorno, che si svolge in piazza della Signoria, (ore 12.30) per dire basta all’orrore che ha spezzato la vita di Giulia e di altre 105 donne dall’inizio dell’anno.

Assessore Funaro, cosa si può dire in un “minuto di rumore”?

"Si possono dire tante cose, la prima delle quali è gridare forte che la catena dei femminicidi va spezzata, una volta per tutte. Basta silenzi; è arrivato il momento di alzare la voce. Ogni volta che una donna perde la vita, una ferita mortale viene inferta all’Italia e agli italiani, donne e uomini di ogni età. Da piazza della Signoria, cuore della cultura, del civismo e dei diritti, sono certa che si alzerà un rumore assordante: Firenze farà sentire il proprio dolore, dimostrando allo stesso tempo determinazione e volontà per reagire a un fenomeno figlio di una cultura sbagliata, in cui spesso si fa ricorso a un linguaggio sessista e a violenze psicologiche, che devono essere fermate perché amore e violenza non possono stare insieme. Ci vuole una rivoluzione culturale".

Le scarpette rosse non bastano più. In piazza stavolta due enormi panni, uno rosso e uno nero. Ma i simboli possono aiutare?

"I simboli sono importanti perché mandano messaggi potenti; servono a scuotere le coscienze, ad accendere i riflettori e tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica su una piaga della nostra società. È indispensabile, però, che a questo vengano affiancate azioni concrete. Dobbiamo unire le forze, mettendo da parte le divisioni, e lavorare tutti insieme contro il femminicidio e la violenza di genere: Istituzioni, partiti, famiglie, aziende, scuola, realtà del Terzo settore e dell’associazionismo".

Il numero 105, quello delle vittime, rappresenta una vera strage. Tra i tanti provvedimenti da prendere, lei da dove partirebbe?"

"Partirei dal lavorare con gli uomini e con le scuole, per un grande investimento sulla sensibilizzazione, sulla prevenzione e sull’educazione, perché questa spirale di violenza sulle donne si interrompe non solo praticando la repressione, ma soprattutto lavorando sulla prevenzione. Ed è tra i banchi di scuola e in famiglia che si piantano i semi dell’affettività. Così si combatte la cultura della donna come oggetto da possedere".

Servono leggi e interventi nazionali, ma lei che è assessore a welfare ed educazione, cosa crede si possa fare direttamente sul territorio?

"Si deve continuare a lavorare nelle scuole, che sono il cuore dove sì può generare il cambiamento: con il progetto ‘Le Chiavi della città’ le scuole fiorentine hanno a disposizione ben 109 diversi progetti di educazione civica, emotiva e di contrasto alla violenza di genere".

Ecco, parliamo di giovani.

"I nostri ragazzi vengono sensibilizzati al rispetto e educati alle relazioni. Inoltre, ritengo che sia necessario investire sempre di più nel lavoro delle associazioni e dei Centri antiviolenza che aiutano le donne maltrattate e nel lavoro dei centri d’ascolto per uomini maltrattanti. Molto stiamo facendo, ma molto ancora dobbiamo fare, partendo anche dall’accogliere le proposte che ci arrivano dalla società civile per una svolta culturale nel rapporto uomo-donna".