Il film, un’opera d’arte: "Insieme a Greenaway a cercare le location"

Il regista Peter Greenaway porta a Lucca un film di realismo magico, girato in luoghi suggestivi della città. Un'opportunità unica per valorizzare e far conoscere Lucca a livello internazionale.

Un’idea nata anni fa?

"Sì, sono anni che ci lavoriamo, nasce tutto da un’installazione fatta a San Francesco con il Lucca Film Festival che parlava di torri e di storie di torri. Peter Greenaway, da lì, ha scritto poi il film. Abbiamo lavorato insieme per tanto tempo, all’inizio eravamo in pochissime persone, io ero a fianco a lui a cercare tutte le location. Era il 2019".

E poi finalmente le riprese.

"Tante volte questo film è partito e tante volte si è fermato, è una di quelle cose che sembravano impossibili accadere e invece ce l’abbiamo fatta. E’ un omaggio meraviglioso a Lucca. Abbiamo scovato un sacco di posti che diventano magici con l’occhio di Greenaway con la narrazione che è tipica sua, ma stavolta accompagnata anche dalla visione di sua moglie, Saskia Boddeke, che ha influito molto".

Che film è?

"E’ un film che ha un realismo magico, come viene definito da Saskia. Il clima è spesso quello di un sogno, ci si interroga su domande esistenziali".

E una grande opportunità per Lucca?

"Per Lucca è un’occasione incredibile di essere ritratta in questo modo. Tempo fa eravamo a girare in via del Fosso: le luci, i personaggi, i suoni saranno veramente una cosa incredibile sullo schermo, credo che un’occasione del genere capiti raramente, perché un conto è girare un film in una città, un conto è far diventare quella città un personaggio e valorizzarla in questo modo. E’ un film che è anche un’opera d’arte e quindi dobbiamo essere particolarmente orgogliosi come lucchesi di avere la possibilità di avere la città visibile in tutto il mondo in una pellicola che è di un valore veramente notevole".

Cristiano Consorti