“Il Luogo del Pensiero” in scena fino a domani per raccontare il rapporto tra Gaber e Lupo

Teatro-canzone / Il genere nato dall'amicizia tra il cantautore e il paroliere ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana del Novecento

Giorgio Gaber, a sinistra, a confronto con il suo amico e paroliere viareggino

Giorgio Gaber, a sinistra, a confronto con il suo amico e paroliere viareggino

Dopo il successo dello scorso anno, è tornata una nuova edizione de “Il Luogo del Pensiero”, manifestazione nata dalla collaborazione tra la Fondazione Gaber e il Comune di Viareggio per raccontare al pubblico il Teatro-canzone, genere nato da una tra le più importanti collaborazioni artistiche degli ultimi decenni: quella tra Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Gli appuntamenti si svolgono tutti con ingresso gratuito in Piazza Mazzini, a partire dalle ore 21:30. L’evento di apertura “Le Spiagge di Notte” di martedì 23 ha messo in scena il Teatro-canzone itinerante ideato e diretto da Gian Piero Alloisio. Il secondo appuntamento, mercoledì 24 luglio, ha visto lo spettacolo teatrale “Non Hanno Un Amico” di e con Luca Bizzarri, scritto con Ugo Ripamonti e ispirato all’omonimo podcast. Giovedì 25 è stato proiettato “Io, Noi e Gaber”, documentario che ripercorre tutte le fasi della carriera dell’artista. Ieri è stato invece consegnato il premio della Iª edizione dell’iniziativa “Il luogo del pensiero-Scrittura per Teatro-canzone”, rivolta ai nuovi autori della particolare forma espressiva. L’evento di chiusura domani è lo spettacolo di Gioele Dix “Ma per fortuna che c’era Gaber”, un viaggio emozionante all’interno del Teatro-canzone in cui si alternano testi conosciuti a testi inediti resi disponibili grazie all’apporto della Fondazione Gaber. Proprio Viareggio è il luogo in cui i due artisti hanno dato vita a quel genere di scrittura teatrale basata sull’alternare una parte cantata, la canzone, ad una parte in prosa, il monologo, per comunicare riflessioni e racconti sul presente. È con il Teatro-canzone che Gaber troverà il modo esprimersi al meglio, quale pensatore libero e indipendente in grado di cogliere le istanze popolari, sociali e politiche del presente. Nel 1970 Gaber decideva di uscire polemicamente dalla televisione, preferendo il teatro. Dall’esordio a “Il Musichiere”, passando per le quattro partecipazioni al Festival di Sanremo, la conduzione del “Canzoniere minimo”, e tanto altro. Grazie a questa esperienza aveva maturato l’idea che quello strumento, la televisione, fosse «violenta sia per chi la fa, sia per chi la ascolta». Perché, si sapeva già, la tv non premia la sincerità di un artista ma, piuttosto, la sua capacità di intrattenimento. In questa scelta fu decisiva l’amicizia e collaborazione durata oltre trent’anni con il pittore, paroliere e coautore Sandro Luporini, viareggino che ha saputo cogliere la profondità del pensiero di Gaber.