Carissimi fratelli e sorelle, anche quest’anno per le celebrazioni di Santa Croce non potremo prestare omaggio al Volto Santo nel modo consueto, poiché gli impegnativi lavori di restauro non sono completati (lo saranno con tutta probabilità per il settembre del 2025); vivremo comunque la festa nello spirito della tradizione, rinnovando la fede nel Cristo crocifisso-risorto, nostro Salvatore.
Ciò che conta, in fin dei conti, è volgere insieme lo sguardo al Signore, nella cui umanità sofferente e glorificata si manifesta per noi la misericordia di Dio, che desidera colmare i suoi figli di vita piena e abbondante. Abbiamo estrema necessità di essere confermati in questa fiducia, perché i tempi che corrono sono densi di incognite e suscitano inquietudine nell’animo di molti, soprattutto di coloro che fanno più fatica nel tirare avanti ogni giorno, dei giovani che non sono incoraggiati a dare il meglio di sé, degli anziani che vedono deteriorarsi il mondo costruito con fatica.
Il Volto Santo si mostra a noi appeso alla croce, terribile strumento di sofferenza e di morte, non come chi ne viene sconfitto e annichilito, ma come uno che vi si colloca quasi su un trono regale, vincitore con la forza dell’amore su ogni genere di male, sul peccato e infine sulla morte. La sua vittoria è la nostra speranza, sorgente affidabile di fiducia verso il futuro, nonostante tutto. Generazioni di Lucchesi hanno poggiato il proprio impegno ecclesiale, civile e sociale su questa certezza, costruendo una comunità forte e solidale, unita dal comune riferimento al Cristo crocifisso-risorto.
L’orizzonte del Giubileo (2025), dedicato da papa Francesco alla speranza, suggerisce di sottolineare questa dimensione delle celebrazioni di Santa Croce, ispirandone anche il tradizionale intervento caritativo, noto come Opera Sociale della Santa Croce. Per il 2024, infatti, ho proposto di destinare le offerte che sono state raccolte domenica 8 settembre a sostenere le strutture di accoglienza per pellegrini presenti nella nostra Diocesi lungo la Via Francigena: - la Casa del pellegrino di Valpromaro, gestita dai parrocchiani in collaborazione con l’Associazione "Accoglienza pellegrina"; - il Pellegrinaio di San Davino in Lucca, gestito dalla Parrocchia del Centro storico; - l’Ospitale dei Santi Martino e Giacomo in Lucca, gestito dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella; - l’Hospitale di San Pietro in Badia Pozzeveri, gestito dall’Associazione "Sentieri di felicità". In ciascuno di questi ospitali potrà essere realizzato un piccolo intervento di miglioria.
Tutte queste strutture sono situate in immobili di proprietà ecclesiastica, vengono portate avanti da volontari e accolgono in forma gratuita, accettando solo offerte libere e anonime.
Grazie a queste caratteristiche, esse incarnano la tradizione antichissima dell’hospes tamquam Christus presente nella Chiesa sin dagli inizi in ossequio a Mt 25, 24 ("Ero straniero e mi avete accolto"), consacrata dalla regola di San Benedetto e ampiamente praticata in tutte le grandi vie di pellegrinaggio da istituti religiosi, confraternite, ordini cavallereschi… tanto da costituirne l’indispensabile infrastruttura logistica.
L’accoglienza gratuita esprime il primato della relazione sul profitto, della fiducia nella Provvidenza sulla pianificazione, della speranza sul disincanto. Sostenerla come Chiesa locale è pertanto un’autentica apertura allo spirito del prossimo Giubileo. Questo ci disporrà anche ad essere attenti al flusso di pellegrini che certamente attraverserà il nostro territorio non solo lungo la Via Francigena, ma anche per i tanti cammini religiosi che solcano il territorio lucchese: la Via Matildica – da Mantova a Lucca – che scende da San Pellegrino in Alpe; ? la Via del Volto Santo – da Pontremoli a Lucca – variante montana della Francigena; il Cammino di San Jacopo in Toscana – da Firenze a Livorno – dal XVI sec. Itinerario privilegiato per recarsi a Barcellona via mare e di lì raggiungere Santiago; il Cammino di Santa Giulia – da Livorno a Brescia – che sale dai Monti Pisani fino ai valichi dell’Appennino; lo Chemin d’Assise – da Vézélay ad Assisi – che percorre la Garfagnana e la Piana di Lucca.
La Lucchesia e la città di Lucca sono da secoli crocevia di pellegrinaggi: essi hanno contribuito a plasmare la nostra civiltà e a generare importanti opere in campo sociale, strutturale e artistico. Esserne consapevoli alla vigilia di un evento, il Giubileo, che ne rinnoverà, almeno in parte, l’esperienza, ci aiuterà a coglierne i frutti per noi e per i nostri ospiti, facendo di questa rinnovata itineranza spirituale un vero e proprio segno di speranza. Essa infatti dichiara che la Chiesa e l’umanità sono in cammino, nella fatica e nell’incertezza di strade impegnative, verso un destino radioso, perché il Signore le chiama a condividere la gioia pasquale del Cristo nella dimora eterna che tutti ci attende e ne sostiene il percorso. Questa speranza rende ragione di ogni sacrificio e incoraggia dinanzi alle incognite del futuro: lo splendore del volto del Crocifisso-risorto è certezza di salvezza, nel tempo e nell’eternità. Vi saluto tutti con affetto e di cuore vi benedico.
+ Arcivescovo di Lucca