Il saluto di Luca Menesini “Festa simbolo della città che tiene vivi i legami“

Il presidente della Provincia invita in questa occasione "a comportarsi e a sentirsi come fratelli e sorelle guardando oltre i confini geografici".

Luca Menesini, presidente della provincia, e in alto la processione

Luca Menesini, presidente della provincia, e in alto la processione

"La Santa Croce non è solo la festa della tradizione. E’ il sentimento di comunità che si rinnova anno dopo anno, secolo dopo secolo, unendo persone e territorio in nome di quello che è soprattutto un simbolo religioso, ma nel tempo ha assunto anche il ruolo di simbolo dell’intera comunità della nostra provincia“.

Così il presidente della Provincia Luca Menesini a proposito della solenne Festa che coinvolge tutta la città e oltre, e ogni anni richiama tanti lucchesi all’estero nella loro terra d’origine. Menesini, che è alla sua ultima Santa Croce da presidrnte della Provincia essendo il suo mandato in scadenza, poi prosegue in questo modo.

“Lo dimostra il fatto – aggiunge Menesini –che a questa ricorrenza restano legati anche i tanti lucchesi che hanno lasciato la loro terra natia per andare lontano, inseguendo e spesso realizzando il sogno di una vita migliore per se stessi e per la propria famiglia. Un legame che non si recide ma, ad ogni generazione, si rafforza, mantenendo intatto il rapporto con la terra dei loro avi. Oggi, in questo 2024, una tradizione così antica e così attuale, che parla di fratellanza, di condivisione e di vicinanza tra noi e verso chi è più debole, assume un significato ancora più forte“.

“Nel mondo - è innegabile - è la riflessione del presidente Menesini – spirano venti di guerra da anni: una risposta a questa situazione la possiamo trovare proprio nello sguardo benevolo del Volto Santo che si posa sui fedeli che provengono non solo dalla nostra terra, ma arrivano da ogni angolo del mondo, richiamati dal quel senso di fratellanza che riecheggia forte e chiaro in un momento senz’altro buio, dove vediamo morire troppe persone sotto il fuoco delle armi. Un richiamo al quale non si può rimanere indifferenti e che ci mette di fronte la responsabilità di creare i presupposti per dare un futuro migliore alle generazioni che verranno dopo di noi. E’ importante, quindi, per ognuno cogliere questa occasione per aprire una riflessione che ci porti ad essere più vicini gli uni agli altri. A superare gli steccati che ci dividono, siano essi fisici o morali“.

“Dobbiamo guardare oltre i confini - mentali o geografici - e comprendere che non è più tempo di rimarcare le differenze, ma è il momento di sentirci e comportarci come fratelli e sorelle di una grande famiglia, dove la parola ‘solidarietà’ non è solo una bandiera da sventolare ma un concetto da praticare ogni giorno. Un modo semplice per mettere in pratica quelli che sono stati gli insegnamenti che ci ha lasciato Gesù Cristo nel suo passaggio terreno e che il Volto Santo ci ricorda ogni volta che innalziamo lo sguardo verso di Lui".

"Di fronte – conclude il presidente della Provincia – a quello che accade attorno a noi, il mio augurio è che quest’anno la tradizionale festa della Santa Croce porti una ritrovata consapevolezza che ognuno può fare, nel suo piccolo, la sua parte per rendere questo mondo un posto migliore nel quale vivere, oggi come domani. Auguro a tutti una serena Santa Croce, da vivere nel segno della fratellanza e della condivisione".