Un’aria diversa, magica e speciale, la sensazione che qualcosa di unico stia accadendo proprio a due passi da te. Così si è svegliata Lucca in un freddo venerdì di marzo, quando per la prima volta la carovana di Peter Greenaway è arrivata in città, e con questi sentimenti ha convissuto per tutto il tempo che sono andate avanti le riprese. Da un giorno all’altro il Cortile degli Svizzeri è diventato il campo base di una produzione hollywoodiana, con tanto di caffè americani, ciambelle nelle scatole e i classici autobus attrezzati a camerini... esattamente come si vede nei film. Perché di quello si tratta, di “Tower Stories“ (nome provvisorio della pellicola ndr), che ha messo la città di Lucca, con le sue chiese, le sue strade e le sue Mura, sulla mappa del cinema mondiale. E la città, dal canto suo, non è certo rimasta sorda a tutti gli stimoli.
Il fermento si è respirato ben prima dell’inizio delle riprese ufficiali, e anche una semplice rilettura dei copioni o prova trucco era sufficiente per richiamare curiosi e appassionati con la speranza anche solo di vedere da lontano le due superstar annunciate: Dustin Hoffman ed Helen Hunt. Anche perché, non è certo quotidiano che due attori premio Oscar passeggino per il Fillungo, cerchino occhiali da vista in una libreria del centro o si lascino catturare dalla bellezza delle piante a VerdeMura.
Eppure la chimica che si è creata tra i colossi dell’entertainment e Lucca è qualcosa che va ben oltre la semplice ammirazione. Si potrebbe parlare quasi di adozione. Hoffman, Hunt, Greenaway o anche tutti gli altri attori del cast, stelle internazionali del calibro di Giacomo Gianniotti, Laura Morante e Sofia Boutella sono stati liberi di girare per le strade della città senza essere assaliti dai fan. Hanno potuto vedere la Lucca che più gli interessava, assagiarne i ristoranti e visitare le mostre, entrando davvero in sintonia e capendo quello che Lucca aveva da offrire.
In cambio hanno regalato un sogno ad una città intera, che si è vista catapultata in un set cinematografico. Giornate indimenticabili per coloro che hanno potuto assistere al lavoro che c’è dietro a ogni scena di un film di portata mondiale come quello di Peter Greenaway.
E con il fiato sospeso tutti hanno atteso le classiche parole “Motore, Ciak, Azione“. Un sogno a occhi aperti, che ha trasformato Lucca nella più bella delle location.
Iacopo Nathan