Dici Francesco Nuti e dici Narnali. All’età di sei anni, il piccolo Nuti nato a Firenze il 17 maggio del 1955, si trasferì con la famiglia a Prato. Proprio a Narnali ha passato tutta la sua infanzia e l’adolescenza diviso tra le sue grandi passioni, il calcio, il biliardo e poi il teatro. Cecco di Narnali: lo chiamano tutti così perché Narnali è il luogo dove è cresciuto, dove ha mosso i primi passi da attore e dove è sempre tornato fino a quando il fisico, segnato dalla depressione e dagli incidenti glielo ha permesso. Al circolo "Renzo Grassi" più o meno tutti sono stati amici di infanzia di Nuti e lo ricordano sempre con grande affetto. Non solo, il circolo gli ha dedicato la sala da biliardo.
La notizia della sua morte ha gettato un’ombra. Certo, i suoi amici sapevano che era in gravi condizioni. Le ultime volte che lo hanno visto a Narnali era su una sedia a rotelle. Poi il trasferimento a Roma con la figlia Ginevra e il ricovero in una clinica fino al giorno della morte. Restano oggi i ricordi per aver condiviso un pezzo importante di strada con uno dei più geniali talenti del cinema italiano, come è stato riconosciuto dai più grandi.
"Nuti? È sempre rimasto lo stesso. Quando veniva a Narnali andava lui a salutare tutti per scambiare qualche parola", ricorda Marco Bresci, uno dei fedelissimi del circolo Renzo Grassi. "Giocava a calcio e come gli piaceva, era anche bravo. Un po’ troppo magrolino, ma sapeva tirare al pallone", aggiunge. Nuti si allenava e giocava nel campo di Narnali. Era bravo, ma nella sua stessa città c’era uno molto più bravo: si chiama Paolo Rossi.
Abbandonato il sogno di diventare un calciatore, Nuti nell’ultimo anno delle superiori aveva scoperto la recitazione, il teatro, il cabaret. "Per me era come un fratello, ma tutti gli volevano bene. È cresciuto qui e oggi non c’è più, è davvero un grandissimo dolore", aggiunge Salvatore Saccomando, suo grande amico per tanti anni. Gli anni dei calci al pallone tirati nel giardino della parrocchia di Narnali, gli anni passati a giocare a biliardo al circolo Grassi, gli anni in cui prendeva vita il sogno del giovane Nuti di voler essere un attore e regista.
"Il babbo sperava che seguisse le sue orme di parrucchiere, ma lui non voleva. Anche nel tessile, nonostante il diploma al Buzzi, non ha mai lavorato", aggiunge Sauro Guarducci. Al circolo Grassi ricordano anche quando, all’apice del successo, arrivava con attrici e modelle bellissime: Clarissa Burt (che Nuti ebbe come attrice in Caruso Pascoski del 1988) quando entrò al suo fianco nel circolo lasciò tutti senza fiato. "Nuti era brillante, aveva qualcosa in più degli altri e lo ha dimostrato", chiosa Guarducci.
Narnali è Francesco Nuti, lui ormai fa parte del paese, è cresciuto con quanti oggi ne parlano con affetto e non hanno dimenticato un solo attimo di quell’infanzia felice, quando via Pistoiese era fatta di poche case, la parrocchia e il circolo, che non vuole dimenticare il suo figlio più celebre.
Silvia Bini