Il padre della bionica: "Qui la terra dei robot. E la sfida del futuro è portarli in ogni casa"

Paolo Dario, emerito di robotica biomedica della Scuola Superiore . Sant’Anna di Pisa: "Siamo stati e siamo dei pionieri in questo campo. Ora rendiamoli sicuri, capaci e affidabili come una lavatrice e accessibili". .

Il padre della bionica: "Qui la terra dei robot. E la sfida del futuro è portarli in ogni casa"

Il padre della bionica: "Qui la terra dei robot. E la sfida del futuro è portarli in ogni casa"

di Gabriele Masiero

PISA

"L’idea di organizzare un Festival della Robotica a Pisa nacque da alcune semplici considerazioni: qui avevamo cominciato già nel 1992 a organizzare competizioni di (micro) robot con una notevole partecipazione di studenti e pubblico. Sempre in quegli anni cominciammo ad aprire le porte dei nostri laboratori; già negli anni ‘90 avevamo attivato una serie di iniziative sulla robotica educativa con le scuole, a partire dalle elementari". Così Paolo Dario, docente emerito di Robotica biomedica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa illustra le radici che hanno fatto nascere il festival della Robotica di Pisa sottolineando che nel corso dei decenni "a Pisa è nato e cresciuto un ampio e solido ecosistema di ricerca, didattica e industriale da far conoscere a tutti".

Oggi Pisa, con Livorno e la costa Toscana, è una delle capitali della robotica mondiale?

"Abbiamo cominciato a occuparci di robotica e di automazione a partire dagli inizi degli anni ‘80. Il tema ha avuto un notevole successo e ha attirato l’interesse di un numero crescente di ricercatori e studenti. La robotica e l’automazione rispondono bene alle competenze ‘meccatroniche’ possedute dal territorio e si fondono bene con quelle di numerosi settori scientifici, tecnologici e culturali, fra i quali quelli legati al software e al settore dell’informatica (anch’essa nata a Pisa negli anni ‘60). In sostanza, negli anni, si è creato qui un vero e proprio ‘distretto’ scientifico e industriale che all’epoca cominciammo a chiamare RoboValley".

In Giappone è stato recentemente premiato come il "padre della biorobotica": quali sono i suoi principali meriti in questo campo?

"Cito la motivazione del premio: ‘per avere fondato e fatto progredire la bionica e la biorobotica come aree di ricerca chiave a livello mondiale, integrando la robotica e la medicina’. Il tutto in un periodo in cui non molti credevano che questo fosse possibile. A Pisa lo è stato".

Quali sono esempi e applicazioni principali della robotica nella vita quotidiana?

"I robot sono fra noi, nelle fabbriche, ma anche nelle case (i diffusissimi aspirapolveri autonomi sono robot) e negli ospedali (i robot per chirurgia sono oramai indispensabili in molte specialità). Sono in mare e su Marte. E purtroppo, visto che gli uomini continuano a farsi la guerra, ci sono robot per uso militare. Milioni di robot che lavorano e danno lavoro".

Come può aiutarci la robotica per fronteggiare il progressivo invecchiamento della popolazione?

"E’ una delle più importanti aree di sviluppo: la popolazione attiva diminuisce in tutto il mondo e invecchia. I robot, con la loro capacità di muoversi, stare vicini agli esseri umani e aiutarli in vati compiti (pulizia, assistenza personale), potrebbero diventare una presenza sempre più familiare nelle case, nelle strutture di assistenza e per le strade".

Quali scenari immagina tra vent’anni?

"Un robot per ogni casa, che potrebbero costare quanto un’automobile o essere presi a noleggio come le auto. Sicuri, capaci e affidabili come una lavatrice e accessibili. I recenti progressi che tutti vediamo indicano che questo obiettivo potrebbe diventare realtà anche prima. Il punto non è solo quello di chi li userà, ma anche di chi li produrrà. Uno degli obiettivi del Festival della Robotica era ed è dimostrare che potremmo essere anche noia farlo".