L’innovazione sale in cattedra: "La scuola italiana è pronta. Al centro c’è sempre l’uomo"

Pericle Salvini, fondatore di Great Robotics e ricercatore presso l’Università di Oxford, parla della necessità di una "cultura trasversale. Che sviluppi il bello. Purché sia utile alla società" .

L’innovazione sale in cattedra: "La scuola italiana è pronta. Al centro c’è sempre l’uomo"

L’innovazione sale in cattedra: "La scuola italiana è pronta. Al centro c’è sempre l’uomo"

di Enrico Mattia Del Punta

PISA

Robotica educativa: "Serve cultura trasversale, un professore di Robotica e che sia messo al centro l’uomo". In un’epoca in cui la tecnologia e l’intelligenza artificiale stanno rapidamente trasformando ogni aspetto della nostra vita quotidiana, la robotica educativa assume un ruolo sempre più centrale nel formare le nuove generazioni. Pericle Salvini, fondatore di Great Robotics e ricercatore presso l’Università di Oxford, ci parla della necessità di una cultura trasversale nella robotica educativa e dell’importanza di mettere l’uomo al centro di questo progresso.

Salvini, a che punto siamo con la robotica educativa nelle scuole?

"Il sistema scolastico italiano non è messo male. Già nelle scuole materne si fanno sperimentazioni con piccoli robot per rafforzare l’apprendimento della lateralizzazione. Nelle scuole primarie, si svolgono attività di ‘coding’ con software di programmazione facilitata, utili per iniziare a capire le logiche della robotica. Nelle scuole superiori, invece, ci sono progetti con robot dotati di sensori, e si comincia a insegnare l’intelligenza artificiale".

La robotica è solo appannaggio delle materie STEM?

"Non è vero. Esistono scuole che sviluppano progetti di robotica anche nelle materie umanistiche, utilizzando piccoli robot per spettacoli teatrali, filmati e altre opere artistiche. Durante il Festival della Robotica a Pisa (dal 24 al 26 maggio), molte scuole toscane presenteranno laboratori che uniscono robotica, cultura e arte. Questa è una particolarità tutta italiana".

Cosa direbbe a un giovane che vorrebbe avvicinarsi a questo mondo?

"Consiglio di non focalizzarsi solo sulla parte software o hardware, ma di guardarsi intorno e considerare l’aspetto umano, non solo tecnologico. È importante sviluppare qualcosa di bello che faccia bene alla società. L’obiettivo deve essere sociale e non solo economico".

Si riferisce alla cultura umanocentrica di cui parlava?

"Esatto. È fondamentale ascoltare chi lavora e capire di cosa ha bisogno per lavorare in sicurezza e con meno fatica. Non dobbiamo introdurre robot che sostituiscano mansioni senza confronto. Senza una visione umanocentrica, la robotica rischia di commettere gli stessi errori dei social. Serve una cultura trasversale che passi dall’educazione. Come diceva una celebre citazione cinematografica: ‘Abbiamo tutti un grande potere e con questo derivano grandi responsabilità’".

Cosa serve nel prossimo futuro?

"Investimenti nella figura umana, creando specialisti capaci di coordinarsi con altre discipline e insegnanti, coinvolgendo e trasmettendo competenze. Serve un vero e proprio professore di robotica, che usi tecniche e metodologie nuove".