Emanuele Repetti. Lo studioso sfortunato. Perse due mogli e sette dei dodici figli

Viene ricordato dalla categoria per il suo rigore nel metodo scientifico. A Firenze troverà la sua vera strada con l’inizio di incarichi prestigiosi. Nel 1843 viene nominato socio onorario dell’Accademia di belle arti.

Emanuele Repetti. Lo studioso sfortunato. Perse due mogli e sette dei dodici figli

Emanuele Repetti. Lo studioso sfortunato. Perse due mogli e sette dei dodici figli

Per il rigore del suo metodo scientifico è considerato uno dei maggiori studiosi toscani dell’800, geologo, membro della Accademia dei Georgofili di Firenze e del Gabinetto scientifico e letterario Vieusseux di Firenze, della Società toscana di geografia, statistica e storia naturale. Emanuele Repetti è un altro illustre figlio di Carrara, e i suoi lavori sono un passaggio obbligato per chi si cimenta nello studio di questo territorio e della Toscana.

Repetti nasce nel 1776 in via Santa Maria (ancora oggi in quella casa una targa lo ricorda), frequenta le scuole dei padri carmelitani, quindi studia retorica nelle scuole dei padri domenicani, nel 1793 entra nella facoltà di chimica dell’università di Roma dove giunge grazie ad una borsa di studio della sovrana Maria Beatrice. Laureato, lavora in alcune farmacie romane, nel 1801 si sposa con la carrarese Minetta Ghirlanda, rientra a Carrara dove apre una nuova farmacia ma, fallito il tentativo, si trasferisce a Firenze con la moglie in cerca di una condizione economica più favorevole rispetto a quelle che gli offriva la sua città. Lavora in una farmacia fiorentina che poi rileva nel 1813, ma all’ombra della cupola del Brunelleschi trova un ambiente molto fecondo per i suoi studi. Collabora con la “Nuova collezione di opuscoli di scienze, lettere ed arti” che pubblica per la tipografia Inghirami.

A Firenze approfondisce i suoi interessi per le scienze e le lettere, ha alcune collaborazioni scientifiche, prima di dare alle stampe il suo primo libro nel 1820 “Sopra l’Alpe Apuana ed i marmi di Carrara. Cenni”, dove racconta la geologia, la topografia, la mineralogia e la storia dei suoi territori che percorre in largo e in lungo. Il volume è definito un atto di amore per la sua terra.

Per lui iniziano incarichi di prestigio e nel 1822 il ginevrino Pietro Vieusseux lo chiama a collaborare alla prestigiosa Nuova Antologia. Nel 1824 è socio della Accademia dei Georgofili, nel 1829 cede la propria farmacia per dedicarsi a tempo pieno allo studio del territorio regionale. Visita archivi e biblioteche, chiese e monasteri, case di famiglie nobili. Pubblica il “Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana”, dove descrive tutti i luoghi del Granducato, del ducato di Lucca, della Garfagnana e della Lunigiana, un lavoro imponente (sei volumi che sono dati alle stampe a proprie spese tra il 1833 e il 1846) ispirato da un viaggio in regione fatto in compagnia di Vieusseaux e frutto di un lavoro di ricerca durato oltre due anni. Nel 1843 è nominato socio onorario della Accademia di Belle Arti di Carrara.

Nella vita privata è colpito più volte negli affetti più cari: perde sette dei suoi dodici figli, è vedovo per due volte (la prima moglie muore nel 1810, la seconda, la fiorentina Giulia Bossi, nel 1849). Repetti muore nel 1852 all’età di 76 anni, è sepolto nella basilica di San Lorenzo in Firenze. La sua Carrara lo ricorda intitolandogli il locale liceo classico e una piccola strada, se così si può chiamare, di fronte alla casa natia. Forse avrebbe meritato maggiore lustro.

Maurizio Munda