"Ho iniziato a giocare a 7 anni. Quante palline contro quel muro!"

Filippo Volandri dopo la vittoria di Coppa Davis come capitano non giocatore della squadra italiana

"Ho iniziato a giocare a 7 anni. Quante palline contro quel muro!"

"Ho iniziato a giocare a 7 anni. Quante palline contro quel muro!"

Le Leggi Livornine, simbolo della comunità labronica, sono state consegnate dal sindaco Luca Salvetti a Filippo Volandri, capitano non giocatore della squadra italiana che a novembre ha vinto la Coppa Davis. Volandri, tornato per i festeggiamenti nella sua città abbracciato dall’affetto della sua famiglia e di tanti tennisti in erba, ha raccontato un po’ del suo passato. Da quando ha iniziato, a 7 anni, a giocare a tennis sul muro di Villa Lloyd. E con tenacia, volontà e determinazione il "bimbo" livornese è diventato prima un bravo tennista, poi dal 2021 capitano non giocatore della squadra italiana. "Ho portato un po’ di livornesità nel gruppo – ha raccontato Volandri – , questa voglia di non arrendersi mai che la mia città mi ha trasmesso da sempre". E nel sorriso la grande voglia di essere tornato a casa, anche solo per qualche ora.

I giovanissimi dei club livornesi, ammirati davanti al loro idolo, hanno cercato di capire quale fosse il suo segreto, e lui non si è risparmiato: "Non mollate mai, ragazzi, credeteci sempre e non abbattetevi. Io ho iniziato a giocare a 7 anni, sono cresciuto a Villa Lloyd dove stavo dalla mattina alla sera. Ricordo che mia madre mi veniva a cercare e mi portava a casa a fare i compiti. Quando avevo un minuto scappavo al muro del circolo, l’ho bucato da quanto ho giocato". La stessa passione che ha portato la sorella Veronica e la zia Susanna ad essere due bravissime insegnanti di tennis al circolo di Villa Lloyd dove ancora il suo primo allenatore Piero Cocchella, continua a tirar su talenti del tennis. "Filippo ha sempre avuto grande determinazione e una velocità di gambe eccezionale". Orgoglioso come il padre Renato: "Da quando era piccolo, aveva sempre la racchetta in mano, anche in casa. Mio figlio ha un grande pregio: la serietà, legata a un grande equilibrio personale perché non si è mai scoraggiato". Ecco allora il segreto di un campione: mai scoraggiarsi.

Michela Berti