I segreti di Punta Falcone I sistemi di difesa nascosti

L’associazione Microcosmo ha restaurato le postazioni militari. Un museo sotterraneo nelle riservette delle batterie Sommi Picenardi.

Una terrazza naturale con una magnifica vista sulle isole dell’Arcipelago Toscano. Il parco di Punta Falcone a Piombino, oltre a essere un grande polmone verde, nasconde anche molti segreti. Per anni, a cavallo delle due guerre mondiali, il promontorio fu individuato dall’Esercito come il punto ideale per difendere le nostre coste dagli attacchi e controllare il canale di Piombino. Il sistema difensivo ’Sommi Picenardi’ con postazioni di cannoni, depositi di munizioni sotterranei (riservette) e anche dispositivi di puntamento, spazi per il personale militare. Tutto mimetizzato tra gli arbusti naturali e la macchia mediterranea. I cannoni a Punta Falcone avevano una gittata di 17mila metri (17 km) e potevano essere usati per difendere le rotte delle navi sull’Elba. C’erano poi mitragliatrici e altri armamenti utilizzati anche in funzione contraerea. A riportare alla luce il sistema difensivo nascosto nella roccia ci ha pensato l’associazione Microcosmo. Il parco, acquisito dal Comune di Piombino nel 1968, è stato ripulito e sono stati realizzati alcuni sentieri anche nella zona dell’Osservatorio Astronomico.

La riservetta 3 della batteria Sommi Picenardi da oltre 25 anni ospita il piccolo museo storico di Punta Falcone. Ci sono i reperti bellici recuperati durante le operazioni di ripristino e restauro e tanto altro che le competenze di storia militare e tecniche di Gianpiero Vaccaro hanno permesso di metter5e in luce con le giuste informazioni.

E sono sono stati tanti anche gli studenti che hanno visitato il parco e le postazioni miluitari. Non solo delle scuole di Piombino, ma anche provenienti da altre parti della Toscana e d’Italia.

"E’ giusto e doveroso – spiega Gianpiero Vaccaro – far conoscere ai ragazzi e anche a tutti gli altri cittadini questo pezzo di storia. Tutto questo, dopo il periodo bellico, era stato dimenticato. Una parte del sistema difensivo era stato fatto saltare in aria dai tedeschi in ritirata. Il resto era ’scomparso’. I rovi e le piante avevano ricoperto tutte le postazioni e le riservette. I volontari dell’associazione Microcosmo hanno svolto un lungo lavoro di recupero e ora il complesso che si può visitare permette di capire come funzionava il sistema difensivo". E poi ci sono un panorama e un ambiente naturale fantastico con i colori del mare. Da vedere.

Luca Filippi