
L’ingresso della mostra delle Camelie
Le piante afferenti al genere Camellia hanno avuto, sino dal loro arrivo in Italia, attorno alla fine del Settecento, grande successo come piante ornamentali sia per l’adattabilità ai nostri climi che per la loro bellezza dovuta al fogliame sempreverde e alla fioritura spettacolare. Ma a suscitare l’entusiasmo dei collezionisti fu soprattutto la facilità con cui, partendo dalla prima specie che arrivò in Italia (Camellia japonica L.), fu possibile ottenere nuove piante dai fiori molto più vistosi.
In Toscana gli appassionati furono particolarmente numerosi: nel corso del tempo realizzarono molte cultivar (ovvero le varietà create dell’uomo) e ne importarono altrettante dall’estero. Le cultivar furono impiantate nelle più prestigiose ville lucchesi dell’epoca, dando origine ad una vera e propria moda. Queste piante, ormai divenute monumentali, costituiscono oggi un patrimonio inestimabile sia per bellezza sia per rarità.
È con lo scopo di conservare questo notevole patrimonio botanico, visto che spesso alcune cultivar sono presenti con un solo esemplare, che è nata l’esigenza di creare il Camellietum. La zona individuata per realizzare l’ambizioso progetto – un terrazzamento alle pendici del Monte Serra – si presenta particolarmente adatta, sia per il microclima che per la copiosa presenza di acqua e la conformazione del terreno.
Nel marzo del 2005, alla presenza delle autorità locali ma anche di alcune autorità internazionali come il presidente dell’International Camellia Society, mr. Gregory Davis, e di una delegazione proveniente dal Giappone, in particolare Kotaro Tanimoto, presidente dell’Exporter’s Tea Association di Shizuoka, che da anni collabora nella realizzazione della manifestazione, venne posta a dimora la prima pianta.
Il Camellietum si estendeva inizialmente in 4 terrazzamenti, suddivisi in modo da dare una valenza anche didattica: all’ingresso erano state posizionate le cultivar a fiore semplice e alcune specie di camelia diversa dalla Japonica, per dare al visitatore una approssimativa conoscenza del genere Camellia, per poi passare alle successive.
Negli anni successivi il Camelieto ha conosciuto una crescita lenta ma costante di piante e di cultivar, anche nuove, come la Aspasia, Stella Polare e Stella di Compito, ritenute a rischio di estinzione. Dall’ottobre del 2008 ad oggi il Camellietum ha modificato enormemente la propria struttura e la propria essenza: l’estensione del parco è passata da circa 2.000 a 7.250 metri quadrati per poi raggiungere gli oltre 40mila in pochissimi anni.