Geologo, progettista e architetto di molti edifici, profondo conoscitore di marmi e pietre di ogni provenienza, ha diviso il mondo scientifico: da una parte avversato al punto da ricevere pochi riconoscimenti accademici, dall’altra ammirato e stimato per i suoi meriti. Domenico Zaccagna è un altro figlio di Carrara, e della sua città ha incarnato pregi e difetti. Carattere non facile (deciso e schietto, ma anche rude), spesso in contrasto con altri geologi e con il Comitato Geolologico, ha portato la geologia italiana al livello di quelle straniere. Nasce nel 1851 in via Santa Maria, la famiglia viene da Aiola di Fivizzano, da parte di madre è nipote del generale Domenico Cucchiari, gli studi medi a Genova e la laurea in ingegneria al Politecnico di Torino, la geologia diventa la sua ragione di vita: è docente di geologia, presidente della Società Geologica, vive nei decenni che vedono le teorie scientifiche in campo geologico ribaltate da nuove e continue scoperte.
Lui è fautore di uno dei principi fondamentali della geologia, quello della sovrapposizione stratigrafica delle rocce (tra processi di sedimentazioni, scorrimenti, ribaltamenti, corrugazioni e deformazioni dovuti al movimento della crosta terrestre) che si contrappone alla teoria delle falde diffusa tra la gran parte dei geologi del suo tempo.
Dal 1876 e per 50 anni, lavora per l’Ufficio Geologico d’Italia. Nel 1896 pubblica la prima carta geologica delle Alpi Apuane al 50.000 e in quegli anni è anche direttore della scuola Mineraria di Carrara. Zaccagna è l’iniziatore dello studio sulle Alpi Occidentali con la carta geologica del 1908 (un merito che non gli è riconosciuto); lavora alla carta geologica delle Alpi Apuane che diventa la base per tutti gli studi successivi; lavora a tracciati ferroviari (parte della Aulla-Lucca è sua), a laghi artificiali sul monte Rosa, sulla Sila, nell’Appennino romagnolo, in Sicilia.
Nel 1913 è mandato in Libia per una missione idro geologica nel deserto, ma solo nel 1939 riceve un premio dalla Reale Accademia d’Italia. E’ anche consigliere comunale nel 1880, assessore nel 1889 con il sindaco Ratto e nel 1895 con il sindaco Marchetti. Fino all’ultimo è in lotta con il Comitato Geologico per arbitrarie manipolazioni ai suoi vecchi rilevamenti, ma per il popolo di Carrara Zaccagna è considerato un maestro: ha progettato la chiesa di Marina, il proprio palazzo (oggi sede della Cassa di Risparmio a Carrara). Muore a Roma nel 1940 e la sua Carrara lo ricorda dedicandogli un viale e una scuola.
Maurizio Munda