La promozione della Carrarese in serie B ha riacceso i riflettori (che in verità non si erano mai spenti) sullo stadio dei Marmi e il ricordo dei quattro olimpionici carraresi a cui il quadrato verde è dedicato da ormai un ventennio. Libero Marchini, Achille Piccini, Paolo Vannucci e Bruno Venturini hanno scritto una pagina importante del calcio italiano e internazionale perché nel 1936 vinsero il titolo olimpico a Berlino con la maglia azzurra della nazionale. Erano i tempi in cui esistevano tre nazionali: Italia A con i migliori giocatori, Italia B con gli under 23, Italia Goliardica con giocatoti con lo status di studenti. Il cammino verso la medaglia d’oro è costituito da quattro partite e altrettante vittorie: 1-0 con gli Stati Uniti, 8-0 con il Giappone, 2-1 con la Norvegia in semifinale, 2-1 con l’Austria in finale. In quella nazionale guidata da Vittorio Pozzo, tra i 22 convocati ci sono anche i due portieri Bruno Venturini (4 presenze) e Paolo Vannucci (nessuna presenza), il mediano Achille Piccini (4 presenze) e l’attaccante Libero Marchini (4 presenze).
Classe 1911, Bruno Venturini è il portiere della Sampierdarenese di serie A, cresciuto nella Carrarese (prima divisione), con un passato nella Fiorentina e sotto la lanterna, dove giocherà per un decennio, anche quando la Sampierdarenese si chiamerà Liguria. Soprannominato “saracinesca” Venturini è un portiere agile, con un grande colpo d’occhio e una presa sicura, coraggioso nelle uscite di pugno e sui piedi degli avversari; è meglio sui tiri rasoterra che in quelli alti, ma è elegante nei tuffi laterali. Achille Piccini è un mediano classe 1911 che si forma nella Carrarese per poi passare al Prato in serie B e volare in A con le maglie di Fiorentina, Napoli e Bari, con parentesi ancora in B con Lucchese, per terminare la carriera in C con l’Arezzo. Definito il “centrale di marmo”, Piccini è il gigante della difesa, ruvido ma efficace, forte nel gioco aereo, grandi potenzialità tecniche ma non è un giocatore costante, è brillante negli anticipi, elegante e preciso nei colpi di testa. Detto anche “Turido”, Libero Marchini è un attaccante estroso, con un gioco imprevedibile, tra nazionali e olimpionici, è uno dei pochi che si rifiuta di alzare il braccio per il saluto al Duce. Classe 1914 inizia nella Sarzanese (terza divisione), passa alla Carrarese (prima divisione), tra serie A e B veste le maglie di Fiorentina, Genova, Lucchese, Lazio e Torino, per terminare la carriera nuovamente a Carrara (serie C).
Carattere bizzoso e irascibile, Marchini è considerato una tra le migliori mezze ali del tempo, tocco elegante e funambolismo con la palla al piede, preciso nei passaggi e nell’arresto del pallone, tiro potente, improvviso e da distanza. Paolo Vannucci è il primo dei due portieri di riserva della nazionale olimpica. Classe 1913, inizia nella Carrarese (prima divisione), passa al Pisa in serie B, ma a Berlino ha la sfortuna di avere davanti il concittadino Venturini, per cui nelle quattro partite olimpiche non vede il campo. Tra le doti gli sono riconosciute una presa ferrea, il coraggio nelle uscite e rinvii lunghissimi. Studente di giurisprudenza,Vannucci appende le scarpette al chiodo a trent’anni.
Maurizio Munda