Una provincia meno monarchica e più repubblicana della media nazionale. E’ il risultato del referendum che il 2 giugno del 1946 aveva chiamato gli italiani, per la prima volta a suffragio universale maschile e femminile (anche se tra marzo e maggio di quell’anno si erano tenute le amministrative) a decidere sulla futura forma istituzionale sulle ceneri della guerra. Un voto che si era trasformato anche in un giudizio su casa Savoia, sotto attacco per le collusioni con il Fascismo, per le leggi razziali, per il mai dimenticato 8 settembre con la fuga del re a Brindisi.
E mentre il dato nazionale si era fermato al 54,2% per la forma repubblicana (45,8% per la monarchia) nella provincia di Massa-Carrara si andò ben oltre, con il 74,9% (77914 voti) per la nuova forma istituzionale (25,1% per la monarchia con 26090 voti), mentre con l’83,4% degli aventi diritto che andarono a votare, l’affluenza fu alta ma non altissima. Molte invece le schede bianche (6955) e 1576 i voti non validi. A livello provinciale il comune più repubblicano è stato Carrara con l’88,7% dei voti, seguito, in proporzione agli abitanti, dai più piccoli Tresana (81,1%), Fosdinovo (80,5%), Zeri (78,2%), Montignoso (77,3%) e Mulazzo (75,4%). Il capoluogo Massa si è invece fermato al 70,0%. Il comune più monarchico è stato Casola con il 45,6% a favore del re, seguito da Comano (39,8%), Bagnone (39,5%), Pontremoli (38,2%) e Filattiera (36,6%). Ma in quel 2 giugno si votò anche per l’Assemblea Costituente, l’organo legislativo composto da 556 deputati che nei 18 mesi di attività (cesserà il 31 gennaio 1948) scrisse la Costituzione. Con simboli di partiti che ormai oggi appartengono alla storia, in provincia la lista più votata fu il Partito Democratico Cristiano (29,9%), seguito dal Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (24,3%), dal Partito Comunista (18,9%) e dal Partito Repubblicano (17,5%). Tra le altre 6 liste minori presenti nella scheda, nessuna ha superato il 3%. Nei comuni più popolosi della provincia (Carrara aveva 40086 elettori, Massa 30189), a Carrara vinsero i repubblicani (32,40%), seguiti dai comunisti (24,97%) e dai socialisti di unità proletaria (19,79%).
A Massa l’hanno fatta da padrona i democristiani (32,33%), seguiti dai socialisti di unità proletaria (20,88%) e dai comunisti (19,87%). In Lunigiana è stato un derby tra democristiani e socialisti e nei tre comuni più popolosi (Aulla, Fivizzano e Pontremoli) sono i primi ad affermarsi: ad Aulla con il 34,70% (32,33% per i socialisti); a Fivizzano con il 41,03% (27,41 per i socialisti) e a Pontremoli con il 48,43% (26,11% per i socialisti). Anche per la Costituente a livello provinciale nessuna delle altre liste (in tutto erano dieci), tra cui il Partito d’Azione e L’uomo Qualunque, ha raggiunto il 3%. Da quei giorni sono accaduti moltissimi avvenimenti positivi e negativi, ma la Repubblica è sempre lì, così come la Costituzione scritta da quella Assemblea.
Maurizio Munda