E’ stato definito uno dei massimi artisti attivi a Massa e a Carrara tra la fine del XVIII e i primi del XIX secolo, la sua produzione è giunta a noi in modo piuttosto frammentato, non è molto conosciuto dai posteri suoi concittadini, ma nel suo tempo è stato un personaggio che ha rivestito molti ruoli, dall’arte alla pubblica amministrazione. Lui è Saverio Salvioni, massese, classe 1755, incisore, pittore, decoratore, scenografo, disegnatore, fondatore di una scuola gratuita d’arte (che poi diventerà il “Felice Palma”). Salvioni studia pittura a Pisa, si perfeziona in ritrattistica a Roma, ma è nella sua Massa che esegue i primi lavori: dipinge per la chiesa di San Martino di Borgo del Ponte; realizza i sipari del teatro e i bozzetti per palazzo Ducale (tutti andati dispersi). Ricopre cariche pubbliche: nel 1778 e nel 1794 è tra i consoli di Massa; nel 1790 è grasciere (ispettore di strade e rive); nel 1791 cura gli addobbi interni ed esterni della chieda di San Pietro per la funzione in suffragio della duchessa Maria Teresa.
Nel 1805 è nominato socio onorario della Accademia di Belle Arti di Carrara, nel 1807 è incaricato dai Baciocchi del restauro delle pitture di palazzo Ducale, diviene ispettore ad honorem del palazzo ma quest’ultimo incarico gli viene revocato nello stesso anno. Sempre nel 1807 è nominato presidente della Comunità di Massa, una sorta di sindaco in carica per sei mesi. In questo ruolo inizia l’individuazione di un’area idonea per la costruzione del primo cimitero urbano (sono eseguiti rilievi nelle località di Remola, Camponelli e Tavola, per poi essere scelto San Vitale), cerca di impedire, senza successo, la demolizione della Collegiata San Pietro in piazza Maggiore (l’attuale piazza Aranci). Ma Salvioni è più noto per le vedute delle cave di Carrara, venti disegni acquerellati a bistro, realizzati tra il 1810 e il 1813, che ritraggono le varie lavorazioni del marmo: estrazione, segagione e trasporto a valle.
Nel 1810 Salvioni è anche promotore di una scuola gratuita di disegno, architettura ed ornato, per consentire ai giovani massesi di ripetere la sua esperienza pisana. Nel 1815 ritorna sul trono Maria Beatrice e nella veste di presidente del Consiglio Comunitativo e capo del Magistrato Comunitativo, Salvioni si occupa dei festeggiamenti di accoglienza della sovrana per la visita prevista a Massa nel luglio 1816: vengono riparate strade sconnesse, allontanati mendicanti e forestieri vagabondi, distribuito pane ai poveri, illuminata piazza Maggiore e vie adiacenti, cosparse di fiori ed erbe odorose le vie del centro e del borgo. Nel 1816 assume l’incarico di delegato al riassetto del teatro ducale (al tempo situato in palazzo Ducale) dove porta migliorie alla struttura interna mettendo mano a loggione, platea, quinte, sipario e scenari. Si interessa di agricoltura (aveva seguito l’azienda di famiglia dopo la prematura morte del padre) in rapporto con l’economia massese e con i suoi abitanti, ne propone migliorie. Nel 1829 è anche ispettore del teatro Ducale. Muore ormai cieco, a Massa nel 1833.
Maurizio Munda