L’antica tradizione della tosatura. Rito che affonda le radici nel tempo. Un vero spettacolo per i turisti

Boschetti: "Si tratta di una operazione necessaria: gli animali vengono liberati del vello estivo sporco". Il pastore la effettua due volte l’anno, l’ultima dopo il rientro dalla recente transumanza sull’Appennino.

L’antica tradizione della tosatura. Rito che affonda le radici nel tempo. Un vero spettacolo per i turisti

Boschetti: "Si tratta di una operazione necessaria: gli animali vengono liberati del vello estivo sporco". Il pastore la effettua due volte l’anno, l’ultima dopo il rientro dalla recente transumanza sull’Appennino.

Un tempo, nei nostri paesi era comune assistere all’inizio dell’autunno alla tosatura delle pecore, oggi, le cose sono decisamente cambiate a causa di tanti fattori. Questa antica pratica, divenuta più rara in conseguenza della diminuzione di pastori e greggi, là dove viene praticata attira sempre la curiosità delle persone che desiderano assistere a questo rito la cui origine si perde nella notte dei tempi. Ed un suo esempio pratico, c’è stato a Tavernelle, all’ovile del pastore Giancarlo Boschetti, rientrato recentemente dalla transumanza estiva trascorsa sull’Appennino Tosco-Emiliano nel versante parmense.

"Pratico la tosatura del mio gregge due volte l’anno e tassativamente quando rientro dall’alpeggio, prima dell’arrivo dell’inverno - spiega Giancarlo - è una operazione necessaria, gli animali vengono liberati del vello estivo sporco e consunto dove si fermano le lordure, si rimettono a nuovo, belli puliti si rotolano nella paglia che è un piacere: maggiore igiene, salute e benessere".

Nell’occasione inoltre, gli viene somministrato, oralmente, il vermifugo contro i parassiti intestinali. Ed a compiere quest’operazione è Loreno, il fratello di Giancarlo, munito di un’apposita apparecchiatura, in modo indolore, in pochi attimi inietta il preparato in bocca agli animali, una volta bloccati per la tosatura. Attorno a lui, una squadra di colleghi pastori ed amici, giunti anche dalla Garfagnana, tutti chini con le tosatrici elettriche a liberare le oltre 200 pecore di razza massese, dalla lana vecchia cresciuta nell’estate". Fino agli anni Settanta, della nostra lana c’era richiesta, la vendevamo - racconta Boschetti - oggi viene importata in gran parte dall’Australia, dove ci sono le merinos, pecore specializzate appunto per la quantità e la qualità della lana da loro prodotte. Per il resto, la squadra qui è composta da colleghi ed amici, facciamo tutto seguendo i canoni della civiltà agro-pastorale e contadina: ci scambiamo le giornate. Nei giorni scorsi, abbiamo tosato le pecore degli altri amici pastori, oggi è il turno delle mie. E appena terminato il lavoro? Doccia e un grande pranzo a casa mia. E vino; vino biologico di Manolo Lucchini, un agronomo di queste parti".

Roberto Oligeri